a cura dell’avv. Vincenza Luciano
Quando ancora la “Rete” non esisteva, le Poste mettevano in rete il Paese. Ai telegrammi, alle lettere e alle cartoline si affidavano i nostri pensieri verso un parente, un amico, un fidanzato, un marito. In occasione di un lieto evento o di un triste evento. Ai postini erano affidati questi documenti “preziosi”, contenenti i nostri più intimi sentimenti. Ed oggi? È l’epoca della comunicazione globale, della socializzazione ad ogni costo, dei gruppi whatsapp. Ormai, nessuno scrive più una lettera o una cartolina. E allora la posta classica è diventata lo strumento per un altro tipo di comunicazioni.
Raccomandate, bollette per il pagamento di utenze, notifiche di atti giudiziari, di cartelle esattoriali.
Di sentimentale non è rimasto proprio nulla. E a ciò si aggiunge anche un’altra cosa.
Il ritardo con cui spesso riceviamo tali comunicazioni. Nel 1967 in uno spot per Poste Italiane Corrado invitava tutti ad utilizzare il cap perché in questo modo la posta sarebbe arrivata più velocemente.
Oggi sappiamo tutti che questo non basta. Sarà capitato a tutti di ricevere una bolletta della luce ormai scaduta o di vedere recapitata una lettera con abbondante ritardo rispetto alle previsioni. Al verificarsi di casi simili è bene sapere che i ritardi o addirittura la mancata consegna della corrispondenza possono dar diritto a un indennizzo o un risarcimento danni da parte di poste italiane. Analizziamo dunque quando è possibile effettuare un reclamo e quando bisogna ricorrere al giudice per ottenere un risarcimento danni contro poste italiane. Il modo più semplice per tutelarsi contro poste italiane in caso di ritardi o mancata consegna della corrispondenza è il reclamo. Quindi se la raccomandata che avete spedito è arrivata dopo settimane a destinazione o se le bollette arrivano già scadute o in alcuni casi non arrivano affatto, bisogna procedere con questo strumento. Le modalità per effettuare un reclamo sono abbastanza semplici: la soluzione più rapida è quella del reclamo online, da effettuarsi sul sito di poste italiane compilando l’apposito modello. In alternativa si può compilare ed inviare una lettera di reclamo (il modello da stampare si trova già sul sito delle poste) utilizzando posta elettronica certificata o raccomandata a Casella Postale 160 00144 Roma (Rm) o Consegna a mano presso un ufficio postale. Bisogna fare attenzione però alle tempistiche, in quanto il reclamo può essere proposto entro un determinato arco di tempo. Una volta inviato ed accolto il reclamo, le poste dovranno procedere ad effettuare un rimborso o un indennizzo. Ma a quanto ammonta l’indennizzo? Dipende dal tipo di prodotto postale. Ad esempio nel caso di posta raccomandata per l’Italia, se il ritardo nella consegna è superiore ai 10 giorni lavorativi dalla data di spedizione, si avrà diritto ad un rimborso pari al costo della spedizione. Se invece il ritardo è maggiore di 30 giorni lavorativi, oltre al rimborso delle spese di spedizione, si avrà diritto ad un indennizzo pari a 30 euro. Abbiamo detto fin qui di come effettuare un semplice reclamo per ottenere un rimborso o un indennizzo da poste italiane. Ma come muoversi se dal disservizio delle poste è derivato un vero e proprio danno? In queste ipotesi non resta che ricorrere al giudice per ottenere un risarcimento danni contro poste italiane. Il giudice al quale ricorrere sarà quello del foro del consumatore, cioè il giudice di pace o il tribunale del luogo in cui ha la residenza o il domicilio il consumatore, in questo caso il cliente di poste italiane (il mittente o il destinatario della corrispondenza che ha subìto il danno). In corso di causa sarà innanzitutto necessario dimostrare di aver subìto un danno economico dal disservizio delle poste, inteso come un mancato guadagno o come un aggravio di spese. Un’ipotesi particolare di risarcimento danni contro poste italiane, tra l’altro non infrequente, è quello della mancata assunzione a lavoro o della mancata partecipazione a un concorso per ritardi nella consegna di raccomandate o telegrammi. In questi casi si parla di danno da perdita di chance, vale a dire quel tipo di danno causato dalla perdita di occasioni lavorative. Non sempre però è facile dimostrare di aver subìto questo tipo ti pregiudizio. Nel caso di mancata partecipazione a un concorso per mancata consegna in tempo della raccomandata di convocazione, ad esempio, i giudici sono orientati sul non risarcire il danno, considerato troppo poco concreto (partecipare ad un concorso, come è tristemente noto, non significa infatti automaticamente superarlo ed essere assunti, anzi!). Tuttavia più di recente si segnalano sentenze di segno opposto, dove anche in questo caso c’è stata la condanna di Poste Italiane. Quando poi il telegramma di convocazione per l’assunzione a lavoro (già certa in questo caso) viene consegnato in colpevole ritardo, allora il risarcimento danni è assicurato, in quanto il disservizio postale ha certamente causato la perdita del posto di lavoro (cfr. https://www.google.it/amp/s/www.laleggepertutti.it/197625_risarcimento-danni-contro-poste-italiane/amp ).