La Campania ospiterà dal 15 al 28 aprile il “Festival Campania Architettura 2023 – Territori Plurali”, progetto vincitore dell’avviso pubblico promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La manifestazione coinvolgerà tutte le province campane attraverso numerosi eventi tra laboratori partecipativi, convegni, talk, mostre, installazioni, passeggiate alla scoperta del patrimonio di architettura moderna e contemporanea con la partecipazione di storici, docenti e relatori di fama internazionale.
In Irpinia gli appuntamenti saranno cinque:
Lunedì 17 aprile, ore 10.30, Dogana Aragonese di Flumeri, convegno dal titolo “Infrastrutture e Territorio”;
Martedì 18 aprile, ore 10.30, Carcere Borbonico di Avellino, convegno dal titolo “Riabilitare le aree interne”;
Giovedì 20 aprile, ore 10.00, Dogana Aragonese di Flumeri, convegno dal titolo “L’architettura delle stazioni del TGV”;
Venerdì 21 aprile, ore 10.00, Dogana Aragonese di Flumeri, convegno dal titolo “Il paesaggio come infrastruttura”;
Sabato 22 aprile, ore 18.00, Casa della Cultura di Aquilonia, convegno dal titolo “Architetture ordinarie e progetti sovrapposti”.
Secondo l’assessore al Governo del Territorio della Campania, Bruno Discepolo “Il Festival dell’Architettura – Territori Plurali è dedicato alla promozione della cultura architettonica: numerosi sono gli appuntamenti in programma che renderanno la regione luogo privilegiato del dibattito architettonico a livello nazionale e internazionale”.
“L’Ordine degli Architetti della provincia di Avellino – spiega il presidente Erminio Petecca – è lieto di partecipare, quale partner istituzionale pubblico, a questa prima edizione del Festival dell’Architettura della Campania, dedicata ai ‘territori plurali’. Partirà, quindi, anche da questo territorio il messaggio che la qualità architettonica è in grado di migliorare la qualità della vita delle persone”.
“Il Festival dell’Architettura – dichiara la vicepresidente Eleonora Dionisio – è l’occasione per mettere in rilievo, ancora una volta, il patrimonio culturale delle aree interne: è certo necessario conservare i legami con la tradizione, ma bisogna rilanciare i luoghi attraverso trasformazioni innovative, coinvolgendo non solo chi li vive ma anche un pubblico più vasto, motivato dalla ricerca di una dimensione legata ad una vivibilità perduta nel tempo”.