Si è tenuto ieri sera, 25 ottobre ’23, un interessantissimo convegno in memoria di Almerico Meomartini presso l’ Auditorium Vergineo del Museo del Sannio, sito nel complesso monumentale di Santa Sofia, organizzato dall’ Archeoclub Benevento. Vi hanno preso parte oltre ad un folto pubblico, anche studiosi e scrittori del settore.
Relatori del convegno, Francesco Morante (Presidente Archeoclub Benevento e Docente di Storia dell’Arte), Angelo Bosco (Architetto e Docente di Storia dell’Arte), Marcello Rotili (Professore e Consulente scientifico del Museo del Sannio) e Maurizio Cimino (Professore e Scrittore).
Ha introdotto il dibattito, Francesco Morante, oltre a portare i saluti ai convenuti, ha anche ha ricostruito a più riprese, la storia della nascita del Museo del Sannio, al quale nella fase iniziale partecipò attivamente anche l’ Architetto Almerico Meomartini. Ha fatto seguito l’intervento di Angelo Bosco che a sua volta ha parlato della progettualità e competenza professionale dell’ Arch. Meomartini. Mentre nel suo intervento il Prof. Marcello Rotili oltre a portare i sui saluti al convegno ha ripercorso alcuni passaggi della storia del Museo . Mentre il Prof. Maurizio Cimino ha fatto riferimento al Meomartini come archeologo e del suo contributo alla scoperta dell’ Iseo di Benevento. Ha concluso il Presidente Morante, fornendo ulteriori elementi sulla personalità dell’ Arch. Meomartini.
Prima dell’inizio dei lavori nel convegno abbiamo posto una domanda ad uno dei relatori l’ Arch. Angelo Bosco : Anche lei fa parte dell’ Archeoclub Benevento? “Si anch’io faccio parte dell’ Archeoclub sez. di Benevento, sono uno dei relatori della serata dedicata a Almerico Meomartini. Il mio intervento, resterà sull’architettura di Meomartini, praticamente le opere che lui ha progettato sono tante io mi limiterò ad elencare qualcuna e descriverle. Almerico Meomartini, fu un architetto che possiamo definire che sia appartenuto diciamo agli architetti ecclettici di quel periodo storico particolare della fine dell’ottocento. Vi si richiamavano gli stili del passato per cui Meomartini appunto si rifà a questo stile. Fu seguace di Boito, che era un architetto che si dedicava al restauro. Sempre in questo periodo ebbe anche rapporti epistolari molto importanti. Mi limiterò a fare qualche considerazione su alcune architetture beneventane, perché lui ha anche progettato molte di esse fuori provincia . Alcune, ad Avellino, Colle Sannita, Fragneto Monforte e in altri paesi, per cui questo sarà il mio intervento”.
A margine dell’evento abbiamo chiesto all’ Arch. Morante : Meomartini Architetto, Archeologo e Storico, il significato di questo convegno? “Almerico Meomartini è morto nel 1923, giusto cento anni fa. E siccome, ogni anno dedichiamo un convegno ad un evento storico o qualcosa di significativo per la città e la storia di Benevento, quest’anno l’abbiamo dedicato a Meomartini. Lui è stato, una figura molto importante per Benevento , sia come storico, come professione , ma anche politico perché, è stato uno dei fautori della creazione del Museo del Sannio. Ha fatto, diversi progetti per la città, ha fatto molte pubblicazioni e quindi in qualche modo la sua eredità è ancora viva per noi di Benevento. Tutto quello che lui ha fatto è ancora oggetto di studio “. Per l’ampliamento del corso Garibaldi, il restauro della Rocca dei rettori, progettò il nuovo altare del Duomo di Benevento che purtroppo andò distrutto a causa dei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale. Realizzò un villino nei pressi della Rocca dei Rettori, ha fatto parecchie altre cose per Benevento. Però è stato soprattutto attivo come studioso, perché lui ha fatto diverse pubblicazioni, diverse ricerche archeologiche ed ha iniziato la liberazione dell’area del teatro romano dalle case che vi erano sopra. Ha scoperto i resti del tempio di Iside e in qualche modo ha realizzato parecchi eventi importanti per Benevento. Inoltre, si dedicò anche alla politica della città, di cui fu prima Consigliere e poi Presidente della Provincia dal 1910 e fino alla morte avvenuta come ho innanzi detto 11’ aprile 1923”.
Lei ha parlato che si dedicò all’archeologia e agli scavi del Teatro Romano, ove esiste ancora una chiesa non rimossa? “ A parte il fatto quando lui è morto i lavori ancora non erano iniziati. Lui è stato uno dei precursori, però poi i lavori sono stati in tempi successivi. E per la verità, secondo le teorie del restauro, non si può abbattere qualche cosa di successivo per poter liberare qualcosa precedente. Perché comunque, quello che si poteva abbattere è una opera d’arte, e anche quella chiesa li merita di essere conservata in qualche modo, anche perché, incide poco sulla funzione del teatro “.
Per tutta la durata del dibattito, sono state proiettate delle slides per dare possibilità anche ai non addetti ai lavori, per meglio comprendere quanto di storico si discuteva. Comunque, un convegno che ha appassionato il pubblico presente fino alla fine del dibattito. Fine del dibattito, richiesto con numerosi cenni dagli uscieri, essendo giunto, l’orario di chiusura del Museo.
Carmine Martino