(Comunicato Stampa congiunto di WWF, ENPA, LAC, LIDA, SOS Natura). Dalla lettura dei quotidiani online apprendiamo che stamane, sabato 22 dicembre, il vicesindaco di San Martino Valle Caudina è stato colpito all’addome da una fucilata e pertanto è stato ricoverato all’Azienda Ospedaliera “Rummo” di Benevento. Siamo addolorati per lui e per la sua famiglia e gli auguriamo una pronta guarigione, ma la località indicata come luogo dell’incidente sembra essere in prossimità dell’area protetta del Parco Regionale del Partenio.
Al momento gli articoli apparsi online non chiariscono molti dettagli, perciò chiediamo agli inquirenti e quindi all’Arma dei Carabinieri di verificare se fosse in corso una battuta di caccia non autorizzata e se l’incidente si sia davvero verificato in Area Parco. Se così fosse, saremmo altrettanto addolorati di apprendere che il Partenio sarebbe stato violato dall’ennesima azione illegale contro la Natura… dopo la perdita di un giovane lupo, verificatasi qualche giorno addietro nel comune di Mercogliano.
Ogni anno l’Associazione Vittime della Caccia monitora il numero di vittime per armi da caccia, sia in ambito venatorio sia extravenatorio. Dal 1 settembre al 30 novembre 2018 il totale di vittime è stato 47, di cui 13 morti e 34 feriti. Riteniamo che questo “bollettino di guerra” sia il risultato di un emergenza che mette a repentaglio la pubblica sicurezza, dovuta anche alla riduzione degli organi di polizia preposti alla vigilanza venatoria.
Ad esempio, gli esami per la qualifica di “Guardia Venatoria Volontaria” sono sospesi dal 2016 e quindi le potenzialità delle associazioni ambientaliste sono ridottissime da questa disfunzione pubblica. Inoltre la Regione Campania rinnega il ruolo di polizia venatoria alle Polizie Provinciali, sulla base del presupposto – a nostro avviso, erroneo – che il trasferimento di funzioni dalle Province alle Regioni abbia comportato anche il trasferimento del compito di vigilanza venatoria. Eppure, ad oggi le Regioni non possono avere propri corpi di polizia ex novo, a meno che assorbano proprio le polizie provinciali. Questa condotta contrasta pienamente con il Piano Nazionale Antibracconaggio, promosso dal Ministero dell’Ambiente e, per altro, approvato anche dalla Conferenza Stato-Regioni che invece prevede il rafforzamento delle polizie provinciali in materia di antibracconaggio da parte delle Regioni. La situazione è grottesca, considerato che altre regioni italiane hanno stipulato convenzioni con i corpi di polizia provinciale, destinando risorse economiche proprio alla vigilanza venatoria. Ma la Campania non solo non ha fatto nulla di simile, bensì ha peggiorato le cose escludendo le polizie provinciali dagli organi preposti alla vigilanza venatoria nella proposta di riforma della legge regionale sulla caccia. Tutto ciò minaccia la Natura e lascia campo libero ai bracconieri.