Ho appreso molte più informazioni utili ed interessanti leggendo il romanzo di Dan Brown, “Angeli e demoni”, anziché i numerosi, autorevoli saggi sulla materia. Le cronache vaticane testimoniano che le dimissioni a sorpresa di Ratzinger che hanno aperto la strada a Bergoglio, sono riconducibili alle lotte intestine tra le opposte cordate (in primis l’Opus Dei) che dilaniano la curia pontificia di Roma anzitutto sulla questione dello IOR, la famigerata banca vaticana. In apparenza questo istituto sembra una piccola filiale di provincia, eppure il flusso di capitali che circolano tramite essa è ingente: si tratta di movimenti finanziari dell’ordine di centinaia di miliardi di dollari. Tramite questo istituto si compiono operazioni assai spericolate nel ramo dell’industra bellica, in quello del riciclaggio dei fondi neri provenienti da ogni angolo della Terra, nel traffico dei farmaci e così via. Il vantaggio fornito da questa minuscola banca consiste nel fatto che finora si è dimostrata assolutamente inaccessibile e segreta, non avendo su di sé nessun organo di controllo internazionale, non essendo quotata in borsa ed avendo partnership solo con alcune banche svizzere ed alcuni paradisi fiscali. Papa Ratzinger voleva porre fine a tutto ciò nominando una commissione anti-riciclaggio con a capo il cardinale Nicora e Gotti Tedeschi a capo della banca. Fatto sta che sia Gotti Tedeschi che il cardinale ottennero una normativa anti-riciclaggio (mai applicata) e si misero in contatto con analoghi istituti anti-riciclaggio italiani ed esteri. Inoltre, essi dimostrarono una chiara disponibilità a collaborare con la magistratura. Furono eliminati (politicamente) dal cardinale Bertone e da quelli che stavano dietro, prelati e speculatori finanziari. Per l’ex papa, ricattato tramite dei documenti trafugati dal suo maggiordomo, sfidare tutto ciò poteva significare una dose di veleno nella tazza di tè. Un pericolo che non è ancora fugato del tutto, ma che oggi corre seriamente Bergoglio. Non a caso, il ruolo del nuovo pontificato si è subito manifestato ed è probabilmente quello di “liquidare” il capitalismo nella versione ultraliberista, per promuovere una sorta di “terza via”: un’alternativa incarnata da Santa Romana Chiesa. Come il pontificato di Wojtyla (dietro cui agiva, nell’ombra, in veste di consigliere, il cardinale Ratzinger) ebbe il mandato di liquidare il socialismo reale dell’Europa orientale. Si intravedono numerosi indizi in tal senso. Nell’attuale fase percorsa da una crisi non soltanto economica, la chiesa di Roma tende a riavvicinarsi ai popoli diseredati. Non dimentichiamo che sul versante del “camaleontismo” la chiesa cattolica è una vera specialista, per cui non conviene sminuire le sue ambizioni, che non investono il breve o medio termine, ma si proiettano nel più lungo periodo, per cui non vanno affatto sottovalutate. Nell’attuale frangente, segnato da una crisi irreversibile che investe il capitalismo globale, la chiesa, con le sue ramificazioni planetarie, ha intercettato le sofferenze e gli umori dei popoli ed avverte il bisogno impellente, per sopravvivere alla crisi in atto (e ad un ipotetico crollo finale del capitalismo), di rivelarsi con uno spirito più “evangelico” e manifestarsi una chiesa pauperistica e francescana. Non a caso, Bergoglio ha scelto il nome di Francesco. È questa la strategia camaleontica che la chiesa sente di dover adottare in questa fase, come ha già fatto nel corso degli ultimi duemila anni di storia. Altrimenti essa si sarebbe già estinta da tempo. Si sa che lo stato della chiesa non appare troppo in salute, poiché risente della crisi in cui versa l’intera società capitalistica. Nondimeno, la chiesa ha conosciuto ben altre tempeste. In questo momento storico la chiesa sa bene che deve aderire, almeno sul terreno verbale, alle istanze ed alle rivendicazioni che provengono dai popoli affamati della Terra. Deve (fingere di) schierarsi con i poveri, predicando bene. E si sa che sul fronte delle prediche, i preti “giocano in casa”: la storia insegna che sono dei veri maestri e dei campioni impareggiabili. Nel contempo, essi non sono così miopi come i capitalisti. L’attuale corso politico di Santa Romana Chiesa sembra essere orientato verso una sorta di pauperismo in salsa “vaticana”. Più per convenienza, la chiesa si è riavvicinata alle folle umili e diseredate del pianeta. Non è un caso che la chiesa sopravviva da ben duemila anni, mentre il capitalismo conta appena pochi secoli di storia ed è immerso in una crisi di sistema da almeno cent’anni.
Lucio Garofalo