L’associazione Lotta per la vita benche’ si dichiari rassicurata dai dati positivi relativi alle analisi ambientali effettuate dalle varie agenzie preposte (Arpac e Istituto superiore di Sanità) in merito alla circolazione o meno di fibre di amianto e/o vetrose nell’area in cui ha sede lo stabilimento dell’ex opificio Isochimica a Borgo ferrovia, non intenderà rinunciare o venir meno al suo ruolo proprio di vigilante e di sentinella della tutela degli interessi dei cittadini, in primis del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, ruolo che l’ha connaturata e spesso contraddistinta sin dall’inizio del suo percorso associativo.
Noi riteniamo che la tutela di un interesse proprio e legittimo del cittadino vada realizzato attraverso non soltanto la partecipazione univoca delle istituzioni cittadine che erogano il servizio, spesso logorate dalla mancanza di fondi o semplicemente per sperpero di denaro, ma anche attraverso l’adesione e la partecipazione attiva delle associazioni nel rispetto e in quell’ottica di collaborazione sinergica e positiva tra le istituzioni dello stato e gli organi di espressione e di rappresentanza diretta dei cittadini.
Ci riteniamo altresì indignati che tali analisi, d’obbligo ed essenziali per cercare di capire quali fossero le criticità nocive per la salute stessa dei cittadini e per porre le premesse per un eventuale intervento, siano state effettuate con estremo ritardo (trent’anni circa), e solo dopo una disposizione vincolante da parte dell’autorità giudiziaria nella figura dell’integerrimo e autorevole Procuratore Capo della Repubblica di Avellino Dott. Rosario Cantelmo.
In questo contesto così variopinto in una storia lunga e complessa, fatta di corruzione, vile opportunismo, giochi di potere, gestione clientelare e avidità capirete senz’altro la nostra perplessità e la nostra sfiducia in quelle istituzioni e in quella classe dirigente e politica che ha operato sino a questo momento nelle nostre istituzioni.
Sfiducia e mancanza di credibilità in quelle stesse persone, che vuoi dallo stato o dai cittadini stessi, erano stati chiamati per tutelare, curare e promuovere lo sviluppo etico, sociale ed economico della nostra comunitas, ma che alla fine si sono dimostrati i presunti (da accertare in sede di giudizio) artefici (o carnefici se vogliamo) della morte e dell’ammalarsi di più di 200 operai, vittime dello stato in servizio, nell’aver arrecato patologie tumorali asbesto-correlate ai cittadini di un rione nella quale risiedono più di tremila persone, oltre ad aver posto le premesse per la decadenza e la crisi del nostro territorio in cui chiudono le Scuole, i mezzi di trasporto ferroviari e delocalizzano i servizi.
Pertanto non ci arrenderemo, continueremo a lottare e a confrontarci a viso aperto in maniera schietta e diretta con tutti i rappresentanti di ogni livello istituzionale di qualsiasi natura esso sia, essendo noi stessi soggetti coinvolti in prima persona nella vicenda, finche’ non sia fatta giustizia.
Altresì siamo vicini agli operai in questa battaglia che si combatte sia sul fronte giudiziario che su quello sociale, con cui condividiamo gli stessi obiettivi, dolori e le medesime aspirazioni.
IL PRESIDENTE – Annamaria Candelmo