La vicenda che ha come protagonista un ufficiale della polizia municipale di Terni sembra uscita da un film dell’orrore. Lui, 59 anni, ha visto la morte in faccia dopo essere stato morso da un ragno violino, uno dei pochi aracnidi velenosi che si trovano in Italia, nel giardino di casa sua, alla periferia della città.
Un episodio al quale l’uomo all’inizio non aveva dato importanza, le cui conseguenze però sono arrivate a distanza di qualche giorno. Dopo aver peregrinato in vari studi medici, ormai in gravi condizioni, è giunto al pronto soccorso dell’ospedale di Terni. E’ qui che i medici Daniela Francisci e Alessandro Lavagna riusciranno a ricostruire le cause delle sue gravi patologie e a legarle al morso del piccolo ragno.
«Tutto è cominciato mentre facevo dei lavori a casa – racconta il 59enne. Ho infilato le mani in un sacco di gesso, ho visto un piccolo ragno sul braccio e l’ho subito tolto. Non ho sentito dolore e non gli ho dato peso. Dopo un paio di giorni si erano formate due piccole croste a distanza di due centimetri l’una dall’altra, ma non avrei immaginato che quello sarebbe stato solo l’inizio di un calvario».
Il braccio sinistro inizia a gonfiarsi e l’uomo ha la febbre. L’ecografia non evidenzia nulla di preoccupante al punto che si pensa ad una borsite. Le sue condizioni si aggravano a vista d’occhio. Quando decide di affidarsi alle cure dell’ospedale sono ormai compromesse. I reni non funzionano più e il braccio è in necrosi. Dopo quattro ore passate al pronto soccorso tra analisi e radiografie, il caso finisce all’attenzione dell’equipe del reparto di malattie infettive.
«Se fosse andata bene avrei rischiato l’amputazione del braccio ma il veleno che era andato in circolo stava per intaccare fegato e cuore. Non è stato semplice risalire all’origine della patologia – racconta il 59enne – i medici, visto il lavoro che svolgo, mi hanno fatto una serie di domande per capire quale tipo di contatti avessi avuto negli ultimi tempi. In questo frangente ho raccontato l’episodio di quel piccolo ragno che mi aveva morso diversi giorni prima e questo ha permesso di ricostruire quello che era accaduto e iniziare una terapia antibiotica mirata». L’ufficiale della polizia municipale, che sul braccio ha ancora i segni evidenti di quello “sgradito” incontro con l’aracnide, sa di essere vivo per miracolo: «Non finirò mai di ringraziare i medici e gli operatori del reparto di malattie infettive dell’ospedale. Sono persone encomiabili per la professionalità e perché operano tra mille difficoltà, con un organico ridotto al minimo. E mi hanno ridato la vita».
Innanzitutto due cose: primo, il ragno violino è di origine mediterranea e si trova lungo tutta la penisola italiana; secondo, è velenoso. Ha sei occhi raggruppati in tre coppie, invece che gli otto occhi della maggior parte dei ragni. La femmina ha il corpo lungo circa un centimetro, il maschio, più piccolo con zampe più lunghe.
Sul cefalotorace è presente una macchia scura a forma di violino. Non usa molto la tela per cacciare come altri ragni. Non è un ragno aggressivo e se disturbato tende ad allontanarsi, ma può casualmente rintanarsi fra lenzuola o vestiti. Reagisce tramite il morso in caso si senta minacciato.
Gli effetti del veleno. Il veleno ha azione necrotica sui tessuti colpiti e nei soggetti allergici. Può presentarsi la formazione di un’ulcera che può estendersi di alcuni centimetri e che, dopo trattamento medico, tende a guarire dopo parecchie settimane, lasciando al suo posto una cicatrice.
Il pericolo. Il potenziale pericolo è comunque dipendente dalla localizzazione del morso e dalla estensione della cancrena e dai relativi rischi indiretti di infezione e dalle patologie di cui è affetto il soggetto morso (allergie, cardiopatie, diabete, malattie ematologiche, malattie neurologiche).
La prima vittima. Nel 2015, scrive wikipedia, c’è stata la prima presunta vittima conosciuta in Europa, una donna morsa al dito: in questo caso si è ipotizzato che la patologia di cui soffriva la donna (una malattia neuromuscolare) possa aver influito nella gravità delle conseguenze del morso.