In attesa del riconoscimento quale Presidio, il cosiddetto “accio” gesualdino è stato il protagonista di una serata di degustazione nel palazzo Pisapia durante la manifestazione “Saperi & Sapori”
Durante le serate della manifestazione “Saperi & Sapori” organizzata da Astrea, Gesualdo ha avuto il piacere e l’onore di ospitare “Casa Slow Food” nel palazzo Pisapia. Ieri sera si è svolto il primo dei due laboratori programmati, alla presenza del referente Slow Food Angelo Lo Conte e del consigliere comunale, con delega all’agricoltura, Alfonso Caloia che, in sinergia con l’associazione internazionale no profit, ha messo in campo iniziative tese a valorizzare il sedano di Gesualdo attraverso la creazione di un presidio di tipicità.
Protagonisti della degustazione il “Grecomusc” di Taurasi, noto anche come Roviello o Rovello Bianco, e i prodotti dei presidi Slow Food dell’Irpinia. Tre le annate a confronto del “Grecomusc”, frutto di secolari vitigni. Tre profumi e sentori differenti, irripetibili. Durante il laboratorio l’aromatico vino bianco, il cui bouquet richiama i fiori gialli e le pesche, è stato abbinato al broccolo aprilatico di Paternopoli e ai Fiori d’aglio della Valle dell’Ufita, nonché al sedano di Gesualdo, “accio” in dialetto, riconosciuto come Prodotto tipico regionale. Sui tavoli di casa Slow Food prodotti al naturale, sott’olio e lavorati come paté, oppure presentati in pinzimonio, come nel caso del sedano.
«Benvenuti a casa Slow Food – ha esordito Angelo Lo Conte, referente del presidio irpino – Per la prima volta siamo riusciti a creare questo format dove cerchiamo di promuovere le attività che Slow Food realizza a livello internazionale e la loro declinazione sul territorio. Accanto ai presidi abbiamo il progetto della comunità del Grecomusc messa in piedi dal 2011 per il recupero di questo antico vitigno compreso tra i territori di Mirabella Eclano, Bonito e Taurasi». «Alfonso Caloia, in quanto volontario Slow Food e consigliere comunale, sta lavorando molto sul progetto del presidio del sedano – ha continuato Lo Conte, riferendosi al grande protagonista dell’orto gesualdino -. Contiamo per settembre di avere il riconoscimento e di poter certificare questo prodotto. Qual è il vantaggio di un prodotto quando riesce a culminare questo iter? Esiste un canale privilegiato rispetto a quelli che sono poi i cuochi che aderiscono al progetto “Alleanza”. Tutti gli chef che vogliono aderire a questo progetto o entrare nel progetto editoriale “Osterie d’Italia” hanno la necessità, per maturare delle premialità, di preparare e somministrare i prodotti dei presidi».
«Il sedano, insieme al nostro pomodorino seccagno, è un prodotto tipico riconosciuto dalla Regione Campania. Sul sedano abbiamo una tradizionalità, una storia che ci rimanda a Carlo Gesualdo e a tempi antecedenti alla sua figura» ha spiegato Alfonso Caloia riferendosi alla storia secolare di questa varietà che, rispetto al sedano tradizionale, si differenzia per la maggiore altezza (fino a 100 centrimetri) e un diametro più piccolo (dai tre ai sei centimetri). «Abbiamo deciso di puntare su questo prodotto insieme a Slow Food nell’ottica di una crescita che premi il territorio – ha continuato il consigliere Caloia -. Il sedano è un prodotto sano, pulito e giusto perché rispecchia una filiera, rispecchia il territorio e aiuta i produttori locali a crescere. Abbiamo, pertanto, recuperato l’antico seme e avviato campi sperimentali attraverso i cosiddetti semenzai». «La funzione di questo presidio è stimolare i produttori locali a investire nuovamente su questo prodotto che per anni ha rinomato la comunità di Gesualdo» ha concluso.
In attesa del riconoscimento ufficiale quale presidio, la condotta Slow Food si è impegnata a far rientrare il sedano di Gesualdo nella cosiddetta “Arca del Gusto”, il catalogo che raccoglie i prodotti a rischio di estinzione che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta. Inoltre, in occasione dell’ultimo Salone del Gusto di Torino (settembre 2018) il sedano è stato al centro di uno show cooking curato dalla chef-architetto Franca De Filippis.
La nuova sfida è ora quella di valorizzare l’“accio” gesualdino, cibo “sano, pulito e giusto”, come nella filosofia Slow Food, a tutto vantaggio dei produttori locali e dell’intero territorio irpino.