Il 7 Agosto il Demiurgo e l’Associazione Pro Lauro rinnovano il proprio sodalizio presentando, in doppia replica, alle ore 19.30 e 21.30. Regia di Carlo Sciaccaluga
Per il Demiurgo si tratta di un esordio importante: la prima nazionale di un progetto estremamente ambizioso, affidata alla regia di Carlo Sciaccaluga, lo stesso regista cui Il Teatro Stabile di Genova ha affidato la sua ripartenza “Ovviamente – dichiara il direttore Artistico Franco Nappi – è un’operazione che per noi, dal punto di vista artistico e finanziario, è importantissima. Per altro da pochi giorni abbiamo avuto anche il riconoscimento ministeriale attraverso il FUS e confidiamo che operazioni di crescita del genere siano sempre più frequenti: vogliamo alzare l’asticella, nonostante il Covid, nonostante tutto. Perché se la pandemia ha dimostrato che siamo inutili, come categoria, alla sopravvivenza dell’essere umano, ha anche dimostrato che siamo tra quelle attività che distinguono la mera sopravvivenza dalla vita: abbiamo un compito importante, e abbiamo imparato che avere un pubblico non è scontato. È un dono. Sempre. Un dono di cui essere all’altezza.”
Lo Spettacolo Dopo il debutto del 1664 a Versailles, “Il Tartufo” suscitò uno strascico di scandali e atti di censura, che si conclusero col clamoroso successo nel Teatro del Palais Royal.
È una delle più alte espressioni della commedia di tutti i tempi. È una feroce satira della stupidità umana, e, sì, anche un attacco all’ipocrisia e alla falsa moralità, ma è, soprattutto, una dichiarazione di amore e di fede nell’essere umano. “ Perché Molière – Dichiara Carlo Sciaccaluga, regista della commedia – riesce nella grandiosa impresa di rendere non solo comica, ma anche interessante la stupidità. Lo spettatore è sgomentato dall’amore assurdo di Orgone per Tartufo, perché è evidente fin dall’inizio che siamo di fronte a un truffatore, un’astuta bestia primordiale che pensa solo a mangiare, al denaro e al sesso. Come mai Orgone non lo vede? Sì, è travolto dal senso di colpa, non accetta il mondo che cambia intorno a lui, ma fondamentalmente non lo vede perché ha bisogno di credere, ha bisogno di amare. E lo fa male, ovviamente. Perché azione e pensiero così spesso sono ridicolmente scollati tra loro? Di fronte a un marito e padre di famiglia che perde la testa, arrivando al punto di sconvolgere l’esistenza di tutta la famiglia, mettendo a tacere le proteste disordinate e violente dei figli, geniali della prefemminista Dorina, pazienti e acute di sua moglie Elmira, noi, spettatori, siamo sì sconvolti, ma ridiamo. Ridiamo felici perché Molière era un genio della commedia, e ridiamo, in fondo, perché amiamo i difetti dell’essere umano. Ridiamo d’amore.”
Una commedia divertentissima, ma anche intelligente, ambientata in luoghi non teatrali, in pieno stile Demiurgo. L’esordio, ovviamente, è a “casa”: al Castello Lancellotti di Lauro, ma il viaggio si annunzia lunghissimo.
Il cast è di primo livello: Oltre a Nappi e Vitiello, Orgone e Dorine, presenti spessissimo negli spettacoli de Il Demiurgo ( la vitiello, per altro, reduce dalla trasferta Genovese de “La congiura del Fiesco”, diretta dallo stesso Sciaccaluga), troviamo in scena un esilarante Davide Mazzella nei panni di Madame Pernelle, Andrea Cioffi, Simone Mazzella, Francesca Romana Bergamo, Roberta Astuti, Mario Cangiano (per lui prima esperienza con la compagnia irpina), Marco Serra e, ovviamente, Alessandro Balletta, che interpreterà Tartufo: un Tartufo inusuale, più seducente e meno anziano rispetto alla tradizione. Le musiche di Andrea Nicolini. (Miriam Petraglia)