Il suo nome è Antonio Colucci e la sua sfida si chiama “Pasticceria sospesa”. Un’idea che affascina e che si collega sia allo spazio che al tempo, che naviga tra il passato e il futuro; una concezione dove la tradizione ha un ruolo centrale ma, allo stesso tempo, accetta la sfida dell’evoluzione, la possibilità di mutare pelle, pur senza perdere l’anima. Un’idea dove è centrale il territorio. Un territorio che, se pure amato, non si considera l’ombelico del mondo, ma sa guardare fuori da sé.
Colucci ha cominciato ad annusare Il mondo della pasticceria ai tempi della scuola alberghiera, da ragazzino; è stato lì che ha capito che i dolci fanno sorridere la gente, e lui, grazie alla sua arte, intende liberare questi sorrisi: “un po’ come faceva mia nonna quando preparava per me i biscotti alle noci che oggi replico, provando maldestramente a continuare una tradizione del nostro territorio che mi riempie di orgoglio. Mi fa dolcemente sorridere”, -ci dice-.
Antonio Colucci ha frequentato due corsi di pasticceria, a Caserta, alla scuola “I cook you”, uno incentrato sulla preparazione di torte moderne, lievitati e sfoglie (pasticceria di II livello), l’altro sulla pasticceria salutistica (intolleranze, senza glutine, “free from” in genere).
La produzione è ormai orientata sempre più verso la personalizzazione del singolo prodotto, a seconda delle esigenze del cliente, è per questo che Antonio Colucci si è specializzato nell’utilizzo di farine particolari, come quelle senza glutine ed anche perché crede che mettere amore nel proprio lavoro, vuol dire essere competenti, e soprattutto attenti al benessere delle persone.
“Se una persona ha un’intolleranza –ci spiega-, o un’allergia alimentare, mi interessa, se una persona ha bisogno di prodotti senza glutine a me interessa, se una persona ha scelto uno stile di vita vegan, a me interessa”.
Dunque, la pasticceria non è più il luogo dell’indistinto, ma il luogo dove attraverso la scelta della materia prima, di qualità, del territorio se possibile, attraverso l’attenzione alle necessità, e alle scelte delle persone, si trasmette qualcosa a chi vi si avvicina, che va oltre il mangiare come gesto meccanico.
È nelle radici che risiede il suo stile, uno stile forgiato in molteplici esperienze. Da quella presso la prestigiosa pasticceria “Trilly” di Baiano, fino ad arrivare all’esperienza fatta insieme allo Chef Giovanni Arvonio, allievo del Maestro Gualtiero Marchesi, al suo ristorante “Taberna del Principe” di Sirignano (AV) per approfondire la pasticceria da ristorante.
Ora per Colucci è arrivato il momento del salto di qualità, della sfida tanto attesa. Venerdì 15 dicembre, alle ore 18.00, l’apertura di un laboratorio tutto suo, dove potrà mostrare “di che pasta è fatto”, portando il benessere a tavola con l’occhio strizzato verso il mondo gluten free e vegan. All’evento presenzieranno anche l’azienda “Noccioro” e la cantina “Macchia dei briganti”
“Essendomi accorto di aver scelto un lavoro che avrebbe addolcito la mia vita, voglio esser pronto al meglio per addolcire la vostra.
Questo no, non lo lascio “in sospeso”, ve lo dico per certo”.
In bocca al lupo giovane imprenditore.