Si dice che l’autentica zeppola di San Giuseppe è fritta, anche se molti, pur bramando la zeppola fritta, finiscono per orientarsi sulla versione al forno, un po’ per la linea un po’ per il fegato. Ma se persino l’austero Seneca sosteneva che «semel in anno licet insanire», ci si potrà ben abbandonare una volta tanto al piacere lussurioso di mordere questo sontuoso dolce fritto ripieno e ricoperto di crema. Nel procedimento è cruciale la cottura dell’impasto: «È fondamentale saper cuocere la farina al punto giusto, altrimenti l’impasto non prenderà le uova. Queste vanno aggiunte quando l’impasto è tiepido, se troppo caldo diventano sode. Inoltre le uova vanno aggiunte una alla volta, perché ricevendo l’uovo l’impasto si apre. Dobbiamo sempre girare per rendere l’impasto omogeneo. Alla fine dovrà essere consistente, non morbido, per evitare che la zeppola si deformi nel friggere. Anche la fase della frittura è delicata. Olio di semi di girasole per una frittura molto asciutta». Tra realizzazione dell’impasto e frittura è altrettanto importante la fase intermedia di creazione della caratteristica forma della zeppola: indispensabile porre l’impasto in un sacco a poche con il becco a 5 punte per creare le tipiche onde. Occorrono talento sapienza e colpo d’occhio per questo squisito dolce di ascendenza napoletana. Buon San Giuseppe, buona festa del papà …… e buon appetito.