Nonostante l’emanazione della legge 215/2012 che prevede l’equa rappresentanza delle donne nelle giunte degli enti locali, persiste un’incomprensibile e diffusa negazione all’accesso delle donne nella gestione della res pubblica. Eppure con la suddetta normativa è stato introdotto l’obbligo di riservare il 33% dei posti alle donne nelle liste comunali (doppia preferenza di genere) per evitare, come è accaduto finora, che ci siano giunte costituite da soli uomini (in Italia il 32% delle giunte è formato da soli uomini). Nei comuni irpini si registra un misero 16% di presenze femminili nelle giunte e 15 % nei consigli comunali. La normativa prevede, inoltre, che, entro sei mesi dall’entrata in vigore, gli enti locali debbono adeguare i propri statuti e regolamenti alle disposizioni contenute al comma 3 dell’art.6 del T.U. come modificato dal comma 1 della legge 215/12 , che sostituisce il termine promuovere con garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte e negli organi collegiali del comune e della provincia, nonché degli enti, aziende ed istituzioni da essi dipendenti. (In particolare il vigente art. 46 del T.U. degli enti locali come, appunto, modificato dalle legge 215/12, al comma 2 afferma : ” Il sindaco e il presidente della provincia nominano, nel rispetto del principio di pari opportunità tra donne e uomini, garantendo la presenza di entrambi i sessi tra i componenti della Giunta”).
La Consigliera di parità, Domenica Marianna Lomazzo, alla luce del dettato normativo ed a seguito di continue segnalazioni di cittadini e cittadine che lamentano la scarsa presenza delle donne nelle giunte degli enti locali della nostra provincia, sollecita sia i sindaci del territorio irpino ad adeguarsi al dettato normativo, garantendo una equilibrata presenza di donne ed uomini nelle giunte e ciò anche al fine di evitare inutili, dispendiosi contenziosi e ,soprattutto, di contribuire a sbloccare un sistema deficitario in termini di democrazia rappresentativa.
L appello è rivolto ai sindaci neo eletti , affinché si avvalgano negli organi esecutivi dei loro enti delle competenze e delle sensibilità delle donne non solo puramente per adeguarsi a quanto previsto nella normativa citata ma, soprattutto, perché le donne essendo un capitale inespresso, portano con sé una naturale propensione per la dimensione etica,relazionale,sociale e ambientale della politica e dell’economia e una loro specificità idonea a contribuire a risolvere concretamente i problemi delle nostre comunità.
La Consigliera di Parità Dott. Domenica Marianna Lomazzo