di Gianni Amodeo
Esempio d’intellettuale aperto alla libera ricerca senza pre-giudizi ideologi con larga disponibilità di ascolto e confronto con le giovani generazioni. Docente di storia della filosofia nelle Università di Genova e Salerno. Al Campus di Fisciano ha diretto il dipartimento di filosofia. Era presidente della Fondazione del Parco Letterario Bruniano. Vasta e ricca la produzione saggistica e scientifica del filosofo che ha dedicato Studi analitici alle opere di Giordano Bruno, Baruch Spinoza e Giambattista Vico
Era nato il tre dicembre del 1941, ad Acerra , l’amata città in cui viveva e risiedeva, Aniello Montano, ed era particolarmente vincolato sia ai tanti affetti amicali che annoverava sia all’associazionismo di volontariato civico e alle Istituzioni scolastiche del territorio; un rapporto di forte e diffuso radicamento, avvalorato dal riconoscimento del titolo di cittadinanza onoraria di Nola e Palma Campania, conferitogli dalle amministrazioni delle due importanti municipalità, attestando la sua capacità d’impegno e di sensibile attitudine a sostegno delle iniziative e delle manifestazioni mirate a promuovere e a favorire la circolazione delle idee, lo sviluppo e l’ampliarsi del pubblico discorso, a servizio della crescita evolutiva delle comunità, segnatamente delle giovani generazioni.
Su questo piano, valga, quale semplice esempio, l’apporto dato – sul versante dell’ideazione e su quello dell’organizzazione strettamente intesa- da Aniello Montano, nell’assecondare e nel dare continuità d’impulso al “ Certame internazionale bruniano”, il grande appuntamento che annualmente fa confluire a Nola, centinaia di giovani liceali ed universitari da ogni angolo d’Italia, ma anche stranieri, e che si cimentano in analisi di testo su tematiche che Giordano Bruno – “ l’accademico di nulla accademia”- analizza e sviscera nelle sue opere; tematiche di pura speculazione filosofica – collegabili, il più delle volte, all’attualità dei nostri giorni- la cui scelta è stata sempre appannaggio di Aniello Montano, così come di ..sua competenza è stata sempre l’attività di coordinazione della commissione per la lettura e la selezione degli elaborati da premiare per ricchezza di contenuti e profilo critico. Un progetto di largo interesse sociale e culturale – il Certame internazionale – che si viene attuando con consensi crescenti e di partecipazione – anno dopo anno- grazie al ruolo di programmazione e gestione che svolge l’associazione Meridies, in stretta sinergia con la civica amministrazione dell’ Ente di piazza Duomo, e con il partenariato dell’Agenzia di sviluppo intercomunale dell’area nolana e della Fondazione Hyria, procurando ben degne risorse economiche per la dotazione premiale.
Era un rapporto con il territorio, quello che aveva instaurato Aniello Montano, la cui matrice era data dall’impegno di pubblico amministratore che aveva assolto in modo costruttivo nella città natia, ispirandosi con coerenza agli ideali del riformismo e del socialismo. Del tutto significative sotto questo aspetto le riflessioni, dettate dal sindaco Raffaele Lettieri, appena si è diffusa la notizia della dipartita di Montano. “ E’ stato maestro amato e stimato, cordiale e disponibile, stimolando l’interesse e la curiosità intellettuale tra diverse generazioni. Intellettuale raffinato e aperto- ha spiegato il “primo cittadino”- si è battuto in prima persona per il progresso e la crescita della società. Accademico di altissimo valore, professore e filosofo riconosciuto in ambito internazionale e già amministratore della città – ha concluso Lettieri – è stato il simbolo e la voce della comunità acerrana ”. Sono parole che costituiscono i tratti identificativi di Aniello Montano, come persona e come personalità di sicura e larga caratura culturale, che aveva un limpida capacità di comunicazione, in grado di favorire in chi ascoltava l’approccio più diretto e lineare possibile anche e soprattutto verso temi ed argomenti di marcata complessità speculativa.
Docente di Storia della Filosofia, con cattedra nelle Università di Genova e di Salerno, Aniello Montano è tra gli autori che ha maggiormente concorso ad ampliare gli orizzonti della saggistica filosofica contemporanea. Una presenza attiva e proficua nella comunità dei filosofi, con interessi di conoscenza orientati sul pensiero e sulle opere di Giordano Bruno e Jean Paul Sartre, per non dire della perspicacia di analisi dedicata alle teorie di Hobbes, confluenti nella Leviatano totalitario e totalizzante. Di recente, l’obiettivo di Aniello Montano era stato orientato sulle opere di Baruch Spinoza e Giambattista Vico, il cui pensiero spiega e dispiega – ravvivandolo- lo spirito multiforme e di sfuggente complessità, con cui si connota la modernità, viatico della contemporaneità. Come per dire che è il pensiero, quello spinoziano e quello vichiano pur in antitesi reciproca, che dà la dimensione orientativa di quello che l’umanità è – e rappresenta- lungo tornanti della storia, che procede tra impennate travolgenti e ricadute rapide. Una eloquente testimonianza di queste linee di prospettiva si ritrovano nei saggi- pubblicati proprio nell’anno che si conclude- “Ontologia e storia, Vico versus Spinoza ” e “Giambattista Vico. Tra teologia civile e teologia negativa “.
Nella vasta produzione saggistica di Montano c’è solo l’imbarazzo della scelta, per cogliere gemme e profili di qualità, certamente per il livello divulgativo è degno di rilievo il testo “ La fiamma e la farfalla”, raccolta di saggi che permette di.. abbeverarsi al pensiero del teorico dei “mondi infiniti” in modo agevole; un intrigante e bell’omaggio a Giordano Bruno. Omaggio, a cui fa da sponda e eccellente completamento la monografia, intitolata “La mente e la mano. Aspetti della storicità del sapere e del primato del fare in Giordano Bruno ”. E’ la monografia che rivisita il paradigma dell’umano pensare e dell’operosità della mano, che il Nolano per antonomasia prospetta nel celebre testo della “ Cabala del cavallo pegaseo ”. Prezioso il saggio, in cui Aniello Montano tratteggia Pulcinella, il simbolo autentico della napoletanità. S’intitola “ Pulcinella. Dal mimo classico alla maschera moderna”.
Montano ha diretto il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno ed è stato il presidente della Fondazione regionale “Parco letterario Giordano Bruno”. Due esperienze, in cui ha lasciato l’impronta della professionalità e dello spirito di servizio inappuntabile e metodico, ch’era la cifra del suo stile relazionale con gli altri.
Alla moglie, la professoressa Giovanna Bianco e ai familiari, giungano i sensi del cordoglio della redazione.