Una scelta di chiara valenza simbolica, l’inaugurazione dell’anno scolastico, a Casal di Principe, con la partecipazione del ministro dell’istruzione, università e ricerca Maria Chiara Carrozza e del procuratore nazionale anti-mafia Franco Roberti; scelta corroborata, in modo significativo e sul piano della concretezza, dall’annuncio della costruzione di un plesso per la scuola dell’infanzia su un’area confiscata a clan di camorra; annuncio, conforme allo specifico protocollo d’intesa sottoscritto con la Regione-Campania, e dato proprio dalla responsabile del Dicastero di Viale Tevere. Il ministro Carrozza, ha prospettato anche alcune delle coordinate, entro le quali la scuola é chiamata a svolgere la sua azione, a servizio delle giovani generazioni e della loro formazione , come della società, avendo come obiettivo la “riforma culturale” da porre in atto senza enfasi e retoriche reboanti, a cui rapportare la normalità, che, per se stessa, costituisce la reale “rivoluzione“.
E’ la normalità del vivere e della crescita civile, segnatamente nei territori, in cui la criminalità organizzata e l’economia deviata hanno determinato il sovvertimento dei valori sociali .La scuola, che diffonde conoscenze e competenze, promuovendo il merito, rende normale il presente e fortifica le speranze per il futuro dei territori, che la cronaca degli ultimi decenni ha consegnato alla connotazione della normalità negata, con la genericità dei giudizi e dei luoghi comuni, refrattari ed inadeguati a rendere, però, giustizia alle tante parti sane, che sono la larga maggioranza, delle popolazioni.
Altro tema di riflessione, focalizzato dal ministro Carrozza, quella che può considerarsi – ed é- l’ emergenza educativa, correlata con la dispersione scolastica, che nelle regioni del Sud, in particolare, in alcune aree della Campania é di poco al di sotto della soglia del 20%. Un dato superiore alla media nazionale, che pone seri problemi per il sistema scolastico così com’é; problemi, che il Miur si appresta ad affrontare con una serie di misure innovative e d’interventi progettuali per il potenziamento e l’elevazione della qualità della didattica.
Alla prospettiva della speranza per normalità del vivere civile – di cui la scuola attiva é la condizione- collegava le proprie riflessioni il procuratore nazionale anti-mafia, Franco Roberti, facendo riferimento anche alle esperienze professionali vissute nella Direzione distrettuale anti-mafia di Napoli e nella guida della Procura della Repubblica di Salerno. L’azione dello Stato nel contrasto e nella prevenzione dei fenomeni di criminalità organizzata negli ultimi tempi ha fatto registrare decisi passi in avanti; il percorso, spiegava, é tracciato e va seguito, così come si sta facendo. Puntuale, poi, il riferimento ai valori che la scuola deve poter rappresentare ed esprimere. “E’ il momento di dare speranze– ha affermato il procuratore- e parlare di crisi economica, per tagliare fondi anche alla scuola, é errore gravissimo ed eticamente riprovevole. E’ il momento di fare delle scelte. L’’ora delle scelte- rivolto ai ragazzi e giovani presenti nel Teatro della legalità– batte alle vostre porte. Cercate- ha concluso Roberti– di non farvi trovare impreparati”.
(dalla redazione Gianni Amodeo)
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