“I furbetti di Montecitorio”, così sono stati definiti i cinque deputati che hanno richiesto e ottenuto il bonus 600 euro partita Iva introdotto durante l’emergenza coronavirus. La notizia è stata lanciata da Repubblica, che non ha svelato la loro identità. Evidentemente gli oltre 12mila euro di stipendio netto guadagnati ogni mese non erano sufficienti. Così come non lo erano i privilegi e i benefit di cui godono i parlamentari italiani. Parliamo di agevolazioni bancarie, viaggi gratis su qualsiasi mezzo. Tutto a spese dei contribuenti, che oggi apprendono che questi cinque deputati in piena emergenza Covid hanno chiesto all’Inps il bonus da 600 euro mensili, elevato poi a 1.000 per maggio (che deve essere ancora corrisposto). Lo hanno chiesto e ovviamente lo hanno pure incassato. A norma di legge, avevano diritto di accedere a questa indennità. Hanno sfruttato un automatismo previsto, seppur non avessero bisogno di questo aiuto. Immaginateli ora mentre votano alla Camera lo scostamento di bilancio per finanziare le misure di protezione e poi richiedere il bonus, di cui potevano fare a meno, stando al loro 730.