Ad Avellino e provincia prosegue lo stato di agitazione dei dipendenti Inps. Convocate assemblee permanenti con volantinaggio. Una decisione maturata dopo le mancaterassicurazioni sulle modalità per sventare il paventato taglio generalizzato delle risorse economiche dell’ente. Taglio, che non soltanto produrrebbe inaccettabili penalizzazioni retributive, nonostante gli obiettivi produttivi annuali siano stati pressoché raggiunti e siano già trascorsi quattro anni di blocco dei rinnovi contrattuali, ma determinerebbe anche inevitabili ripercussioni sul livello dei servizi erogati. Obiettivo dei lavoratori dell’Inps è illustrare all’opinione pubblica come si sta mettendo in atto lo “smantellamento dello Stato Sociale nel Paese, attraverso una ingiustificata politica di riduzione dei costi, che non aggredisce gli sprechi ma riduce servizi e prestazioni al cittadino”. «Una mobilitazione lanciata – sottolineano in una nota congiunta Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal – per scongiurare il rischio di una riduzione del livello dei servizi che l’Inps ha sinora garantito anche grazie al finanziamento di quei “progetti speciali” che la bocciatura del piano di riduzione della spesa varato dall’Istituto sta seriamente mettendo in discussione e per evitare l’ennesimo colpo alle buste paga». «Va arrestata l’emorragia, dai tagli ai progetti speciali, che penalizzano chi è già sottoposto al blocco dei contratti, alla continua riduzione dei bilanci degli enti previdenziali, non da ultima quella di 240 milioni di euro disposta dalla legge di stabilità. Il tutto in un ente passato in un decennio da 40mila a 26mila unità. Il Governo non tratti l’Inps come un bancomat – concludono le quattro sigle sindacali – e tuteli una parte determinante del nostro welfare».