Questa mattina, in Commissione Agricoltura, si è tenuta una audizione del Ministro alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, sul tema della sovranità alimentare e del sostegno alle produzioni agricole strategiche.
Il Ministro ha fatto una relazione molto puntuale e precisa, evidenziando la crisi imperante in agricoltura, soprattutto dovuta all’aumento dei prezzi del carburante e quindi delle materie prime. La pandemia prima e poi la invasione in Ucraina da parte della Russia, ha reso la situazione davvero critica, tenuto conto di quanto importiamo dall’Ucraina, come cereali e semi.
Grande plauso agli agricoltori, che soprattutto nella fase della pandemia non hanno mai fatto mancare il cibo sugli scaffali, hanno affrontato con grande dedizione ed abnegazione le tante difficoltà, hanno saputo tenere duro. La situazione in questo momento è sicuramente peggiorata… tante sono le aziende che stanno chiudendo, e se le cose non cambieranno, molte altre getteranno la spugna.
Ma come si può continuare a coltivare, se alla fine quando si vende il prodotto, il prezzo non copre neppure le spese?
Allora intervenendo, ho ribadito che è fondamentale imporre prezzi minimi garantiti su grano, olio, vino, carne, latte.
Si devono assolutamente incentivare i contratti di filiera agroalimentare, soprattutto tra la parte agricola e quella industriale.
In particolare, bisogna fare in modo che ci sia una base di partenza della definizione del prezzo, che non vada al di sotto dei costi di produzione delle aziende agricole, vedendo quello che accade, per esempio il latte viene pagato meno di quanto costa produrlo. E questo capita in tutte le altre coltivazioni.
Molti colleghi, hanno fatto riferimento agli ettari ed ettari di terreno incolto nel nostro Paese. E’ certo che questo avviene…
Se abbiamo perso coltivazioni di grano duro è perché non potevamo competere con gli altri Paesi, con le loro dimensioni territoriali enormi, l’industria ha preferito comprare in modo speculativo i loro prodotti che costavano meno, anno per anno, ed il risultato è stato che abbiamo perso ettari ed ettari di coltivazioni.
Si desse la certezza agli agricoltori di non perdere sulle vendite, e sono certa che molti torneranno a coltivare.
Ho fatto pure un appello, affinché si controlli la produzione in tutti i pastifici, se è vero che c’è scritto in etichetta: ”grano italiano”, ebbene perché diversi pastifici hanno sospeso la produzione con la motivazione: “mancanza della materia prima”.
Ho fatto riferimento anche alla necessità di fare controlli stringenti sui grani che arrivano dal Canada, non dimentichiamo che la problematica glifosate, esiste ancora.