Napoli,24 Giugno 2014 – Fortuna Loffredo, 6 Anni, viene ritrovata esanime nel cortile del palazzo di Caivano in cui viveva. Sei mesi dopo, gli esami autoptici confermano quanto pensato e spesso ribadito dalla madre e cioè che la piccola aveva subito violenze sessuali. “Il mostro è nel palazzo, chi sa parli” ribadiva spesso Domenica Guardato, madre della piccola. Chi è il mostro? Con ogni probabilità Raimondo Caputo, 44 anni, arrestato venerdì con l’accusa di abusi sessuali reiterati ai danni di minori.
La Procura di Napoli però non esclude si possa parlare di colpevoli, associando alla figura di Titò (così è chiamato Caputo in quel di Caivano) quella di altri coinquilini di Parco Verde. Un anno prima, il 27 aprile 2013, nello stesso parco, la stessa sorte spetta ad Antonio Giglio di 3 anni che vola giù dal settimo piano dello stesso palazzo in cui si è consumato l’omicidio di Fortuna. Antonio era il figlio della compagna di Caputo, in queste ore agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio colposo. Infatti, stando ad alcune testimonianze dei vicini di casa, è stata proprio la madre di Antonio, Mariazza Fabozzi a scaraventare il bambino giù oltre ad acconsentire che Titò abusasse delle altre sue figliolette. La Fabozzi, però, si è difesa dicendo che Antonio “vedendo l’elicottero dei carabinieri si era sporto eccessivamente cadendo giù”. La procura di Napoli, nelle ultime ore ha ordinato la riesumazione del corpo del piccolo Antonio, poiché con ogni probabilità, anche Antonio ha subito violenze sessuali e forse anche Antonio ha pagato con la vita il suo rifiuto.
Pedofilia: questo è il nome dell’orrore Caivanese, questo è il mostro con cui Fortuna, Antonio e chissà quanti altri bambini hanno dovuto convivere. Spesso, quando un episodio si verifica al di fuori della nostra orbita è come se ci toccasse di meno. Ed è lì che sbagliamo. Fortuna, Antonio possono essere figli nostri, morti ancor prima di precipitare dal palazzo. Morti, quand’erano già in vita. Bambini senza spensieratezza, bambini senza giochi, bambini in prigione. La prigione, era ciò che spesso Fortuna ritraeva nei suoi disegni. Non una bambola, non l’aquilone e nemmeno la sua mamma che la portava al parco, ma una prigione perché era così che si sentiva: incatenata da quel corpo così possente e virulento che abusava di lei per trarre un lurido piacere carnale. Una bambina di 6 anni ed un uomo di 44, un uomo che avrebbe potuto essere suo padre, un uomo che avrebbe dovuto insegnarle ad andare in bici, sgridarla di tanto in tanto per qualche marachella e non impossessarsi del suo corpo come se fosse un oggetto di sua appartenenza. A 6 anni, si è ancora troppo ingenui per percepire quello a cui si va incontro, a 6 anni si è ancora troppo piccoli per distinguere un uomo da una bestia.
A 6 anni però Fortuna ha trovato il coraggio di dire “stop”, e si è rifiutata di sottoporsi per l’ennesima volta a quel gioco beffardo ma quel rifiuto, però, gli è costato la vita. Casa, quella che per tutti è un rifugio, un luogo ovattato per Fortuna era diventata una foresta selvaggia da cui fuggire ma da cui purtroppo è evasa nel peggiore dei modi. Stando alle ultime notizie,nel carcere di Poggioreale, nel padiglione Roma in cui vengono destinati i sex offenders cioè coloro ai quali è stato imputato un reato di abuso sessuale, Titò ha rischiato quasi di essere linciato. A tal proposito, molto significativa è il commento del leader della Lega Matteo Salvini: “È stato quasi linciato in carcere il presunto assassino di Fortuna Loffredo? Se dicessi che mi dispiace, direi una cosa falsa. Non mi dispiace per nulla, anche se non deve essere lasciata alla legge del carcere la soluzione. La Lega da ormai almeno tre legislature propone la castrazione chimica per pedofili e stupratori. Chi mette le mani addosso a un bambino e a una donna deve essere farmacologicamente, quindi senza la scure ma con le pillole, messo in condizione di non rifarlo più per tutta la vita”. Così il leader della Lega ha commentato ai microfoni di Radio Cusano Campus il pestaggio accaduto nel carcere di Napoli (fonte larepubblica.it). Forse però, si è troppo impegnati a pensare alle trivelle e non si ha modo di valutare e considerare questa proposta della lega o forse la pedofilia non è un reato? A proposito vi riporto un commento fatto da Nichi Vendola, politico italiano, presidente nazionale di Sinistra Ecologica e Libertà, in merito alla questione pedofilia in un intervista rilasciata anni fa a la Repubblica. «Non è facile affrontare un tema come quello della pedofilia ad esempio, cioè del diritto dei bambini ad avere una loro sessualità, ad avere rapporti tra loro, o con gli adulti, e trattarne con chi la sessualità l’ha vista sempre in funzione della famiglia». Al signor Vendola, però, sfugge che nei bambini i primi istinti sessuali si presentano generalmente nell’età della pubertà, e non a 3 o 6 anni (gli anni di Antonio e di Fortuna) quando l’unico pensiero è quello di giocare con gli altri bambini, così come sfugge il fatto che una relazione sessuale tra un minore ed un adulto (fatte le dovute considerazioni) è penalmente perseguibile poiché è un REATO. Inoltre Vendola, fa riferimento ad “un diritto dei bambini ad avere una loro sessualità”, i bambini hanno solamente diritto alla loro felicità e alla loro spensieratezza. Gli abusi sessuali, per quanto non vogliano culminare nella morte dell’abusato si ripercuoto sulla sua vita come un mostro con cui convivere perennemente. Come diceva il buon Beccaria, io mi auguro che la pena (che Titò dovrà scontare) sia prima di tutto rieducativa oltre che punitiva, affinché non si senta più parlare di Pedofilia e Fortuna diventi l’ultima vittima di questo male, lei che la fortuna l’ha avuta nel nome ma non nel destino.