a cura di Giovanna Acierno
Terra dei fuochi: sebbene il fenomeno mediatico è spento, i fuochi bruciano ancora. Enza, 21 anni è l’ennesima vittima di quel “brutto male” come don Maurizio Patriciello ha definito la Leucemia ricordando Enza. Quel “brutto male” in questo caso è la leucemia. Altre volte è il cancro. Ma nessuno ha più il coraggio di chiamarli per nome, questi orribili mostriciattoli. Oltre il danno dobbiamo sopportare la beffa di chi dice che non è vero. Che non c’è correlazione tra i rifiuti industriali interrati o dati alle fiamme nelle campagne e queste patologie che stanno decimando un popolo. Non ci sono prove scientifiche. Come se l’onere della prova spettasse al popolo e non allo Stato” “Se non ci sono studi scientifici la colpa non è certo delle povere vittime” ha concluso don Patriciello. Vittima di una terra che brucia ma soprattutto vittima di un silenzio. Enza prima ancora della leucemia è stata uccisa dall’omertà di chi sa e tace. Fino alla fine dei suoi giorni ha lottato. I suoi amici la ricordano come una “guerriera”, una ragazza dall’animo forte oltre che solare e disponibile con tutti. Sebbene la notizia della sua malattia l’avesse devastata, Enza ha convissuto con la Leucemia non precludendosi nulla. Era fidanzata con Luciano Capasso con cui sognava un futuro e lavorava come cameriera in un ristorante di Frattamaggiore. Aveva molti sogni ma sono stati bruciati dalla “cattiveria, dall’ingordigia e dai loro fratelli in umanità”.