La sesta edizione della ciclopedalata non agonistica promossa dall’Associazione di Promozione Sociale “Io dono – L’Irpinia per la vita” presieduta dal Nefrologo Giambattista Capasso sarà seguita dalla Rai, pronta a documentare la passeggiata amatoriale in sella alle due ruote di ben 500 ciclisti provenienti da tutta la provincia e da diverse zone d’Italia. Domenica 11 agosto alle 8.30 in Piazza della Vittoria a Lioni sono attesi al taglio del nastro anche il Prof. Loreto Gesualdo, Presidente della Sin- Società Italiana di Nefrologia e presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Bari, il campione paraolimpico Carlo Calcagni, il campione del ciclismo della nazionale disabili Leonardo Melle, e decine di amministratori, che si aggiungeranno ai 40 ragazzi volontari impegnati nel servizio d’ordine dell’evento e alle centinaia di iscritti. L’evento vede coinvolta attivamente anche la Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi, la Sin- Società Italiana di Nefrologia, i Comuni della provincia di Avellino, l’associazione Nazionale Emodializzati, la fondazione La Nuova Speranza, e infine il sostegno del volontariato ed il contributo dei centri di emodialisi irpini.
La ciclopedalata dell’edizione 2019 prevede un percorso che parte da Lioni, ma attraversa ben sette comuni, fra cui: Sant’Angelo dei Lombardi, Guardia Lombardi, Sturno, Gesualdo, Terme di Villamaina, Torella dei Lombardi e Lioni. Ad oggi l’evento ha raggiunto 31 tappe complessive, 21 paesi, 1400 partecipanti e 310 km percorsi. Ogni tappa prevede l’accoglienza da parte del comune ospitante e offre l’occasione per dare spazio ad una testimonianza oppure ai relatori- ciclisti di diffondere il messaggio della sensibilizzazione alla donazione degli organi.
Quest’anno, partner ufficiale sarà l’Osservatorio Regionale sul fenomeno della Violenza di Genere presieduto da Rosaria Bruno. Centrale sarà anche al tema della violenza sulle donne, per coniugare alla ciclopedalata amatoriale una battaglia di civiltà in favore delle donne vittime di violenza. Sulle maglie gialle di “Io dono” verrà applicato un fiocco rosso, come simbolo della lotta a sostegno dei più deboli e contro la violenza. Non è tutto. L’attività dell’associazione di promozione sociale si contraddistingue per la partecipazione, la solidarietà e il pluralismo e si caratterizzata per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale. Oltre alla promozione e la sensibilizzazione della donazione degli organi, si occupa anche di promozione e valorizzazione del territorio e delle sue caratteristiche, e della promozione della pratica sportiva come valore sociale. Nel giugno 2019 infatti, Io dono ha ottenuto l’iscrizione al Registro Generale delle Associazioni Sociali.
Il presidente della Sin- Società Italiana di Nefrologia Loreto Gesualdo: “Io dono è una bellissima manifestazione che ho subito supportato come Presidente della Società Italiana di Nefrologia perché parla alla gente e fra la gente. Diffonde il concetto del dono e della donazione consapevole di una parte di sé. E’ anche un modo per riscoprire l’altruismo. Per questo voglio fare un plauso al professor Capasso che ha il merito di avere promosso in Irpinia un evento di tale spessore, affidando ai ciclisti che percorreranno i paesi dell’Alta Irpinia un messaggio così importante. La sensibilizzazione dell’opinione pubblica è fondamentale: basti sapere che al momento ci sono 10mila persone in Italia in attesa di un trapianto di organi, ma ce ne sono tantissime in attesa di donazioni di sangue. Quella di domenica sarà una manifestazione che vuole valorizzare il concetto del dono, e mi auguro che questo messaggio possa raggiungere i giovani. Oggi è possibile scegliere già in Comune all’atto del rinnovo della carta d’identità, con una sottoscrizione, per scegliere in vita cosa fare dei propri organi. Il dono è un atto consapevole e spontaneo e le giornate come questa hanno anche un senso etico, morale e sociale”.
Particolarmente significativa è l’adesione di Carlo Calcagni, un Ufficiale del Ruolo d’Onore dell’Esercito, campione del mondo delle paraolimpiadi a Maniago nel 2015 che ha conquistato due medaglie d’oro. “Sono un militare, un servitore dello Stato, diventato ‘Veterano’ per aver riportato danni permanenti durante l’adempimento del dovere. Io c’ero nel 1996 nella guerra dei Balcani, in quei teatri di sangue, dove con l’elicottero cercavo di salvare vite umane. Scendevo abbracciando quei fratelli feriti e li portavo via da quei campi di morte. L’uranio impoverito ha invaso ogni cellula del mio corpo, causando gravissime patologie, per le quali sono stato riformato nel 2007 con il 100% di invalidità permanente, ottenendo il riconoscimento della dipendenza da causa di servizio e, contestualmente, lo status di vittima del dovere. Donare gli organi è importante, ma lo è altrettanto credere nelle nostre forze e ‘donarsi agli altri, senza nulla chiedere’. La ricerca, le cure ed i trapianti possono aiutarci a sopravvivere, ma per vivere occorre continuare ad avere degli obiettivi, dei veri e propri progetti di vita da realizzare. Solo così costringiamo questo mostro a non avere voce. Ogni mia pedalata è un inno alla vita, è una vittoria sui dolori, sulla stanchezza di un corpo dilaniato dentro, ma impotente rispetto alla mia voglia di vivere e alla mia forza di volontà che voglio rendere contagiosa, più della malattia”.
La storia del Colonnello Carlo Calcagni è stata raccontata in un docu-film “Io sono il Colonnello” dal regista di ability Channel Michelangelo Gratton che ha voluto diffondere un messaggio di vita e di speranza per tutti coloro che lottano quotidianamente per sopravvivere e fare conoscere un buon esempio che può essere un riferimento importante per i giovani perché incarna i valori più importanti, sia come uomo, come padre, come servitore dello stato e cittadino italiano che, nonostante tutto, ancora oggi darebbe la sua vita per il tricolore.