Sta spopolando sui social la campagna pro-Giulio. Di cosa parliamo? Giulio,14 anni, è uno studente di un istituto di Livorno. La sua classe, una scuola media, è andata in gita ma lui non lo sapeva e quando l’altra mattina il ragazzino, che soffre di una forma di autismo, è arrivato nell’aula si è trovato solo con il suo insegnante di sostegno. Oggi, per far luce sulla vicenda, il ministero dell’istruzione ha deciso di mandare un ispettore in Toscana. La storia di Giulio è stata raccontata con un post su Facebook ieri, scritto come se a parlare fosse Giulio (che però non parla e non scrive) e rilanciato dalla pagina dell’Associazione Autismo Livorno Onlus. “La mia classe oggi è in gita, io no – si legge – nessuno ha avvisato la mia famiglia quindi sono andato a scuola regolarmente e mi sono trovato solo. Peccato mi sarebbe piaciuto molto passare una giornata all’aria aperta, con i miei compagni, in pullman, mi piace tanto il pullman…Ma qualcuno ha deciso che questa giornata non era adatta per me”. Da molti giorni gli utenti Facebook, si fotografano, mettendoci dunque la faccia, con un cartello con su scritto:” IO STO CON GIULIO”.
Anche noi, oggi, abbiamo deciso di metterci la faccia ma in un modo particolare. Abbiamo deciso di farlo, raccontando la storia di una bambina autistica, a dimostrazione del fatto che l’autismo non è e non deve essere fonte di invalidità. La protagonista di questa storia è Iris. Iris Grace è una bambina britannica di sei anni affetta da autismo e nonostante abbia notevoli difficoltà nell’esprimersi a parole, ha rivelato un incredibile talento come pittrice, grazie anche all’aiuto del suo gatto Thula. L’attenzione eccezionale di Iris per il dettaglio, che spesso è comune nelle persone autistiche, l’ha aiutata a creare dipinti davvero eccezionali per la sua età, che molti hanno paragonato alle opere di Monet. Il suo talento è talmente apprezzato che molti collezionisti d’arte hanno voluto acquistare le sue opere e la voce si è sparsa fino ad arrivare all’attrice Angelina Jolie, che è entrata quindi a far parte degli acquirenti dei suoi quadri. Sua madre, Arabella Carter-Johnson, spiega sul suo sito web che una chiave importante per la concentrazione e la calma necessaria a dipingere è stata trovata da Iris in un gatto chiamato Thula, che le sta vicino durante la realizzazione delle opere e l’ha invogliata a dire qualche parola in più, come “seduto, gatto”. Arabella ha deciso di raccontare la storia di sua figlia in un libro, Iris Grace, che contiene 42 dipinti, 15 illustrazioni e molte foto dell’artista al lavoro. Attraverso quest’opera, la famiglia di Iris ha voluto sensibilizzare i lettori all’autismo, per dimostrare che ciò che ha funzionato per Iris potrebbe valere anche per altri bambini affetti da questa malattia. L’intento di oggi è lo stesso. Anche noi, di Bassa Irpinia, vogliamo sensibilizzare i nostri lettori a questa tematica e vogliamo schierarci dalla parte di Giulio, della sua famiglia e di tutti quelli che, ingiustamente, stanno vivendo queste assurde ingiustizie per dire STOP!