In Iran 84 persone sono morte e quasi mille sono in gravi condizioni a causa di un grave avvelenamento prodotto da alcol di contrabbando. Le autorità parlano di una vera emergenza che sta coinvolgendo quattro province del Paese islamico, dove la vendita ed il consumo di alcolici sono proibite, con 305 persone che sono state ricoverate negli ultimi giorni con danni renali e 27 agli occhi, dopo aver bevuto l’alcol avvelenato. La maggior parte dei casi di avvelenamento sono stati segnalati nella provincia di Alborz (nord) e Hormozgan (sud). Alla fine di settembre, in tutto il paese sono stati segnalati diversi casi di contrabbando di alcol avvelenato, che ha ucciso almeno 27 persone. Nonostante il divieto, e le pesanti sanzioni imposte dalla rivoluzione islamica del 1979 che vanno dalle multe fino alle frustate per chi viene scoperto a bere alcol, in Iran, secondo uno studio dello scorso febbraio, vi sono 5 milioni di alcolisti. C’è una grande offerta di alcol sul mercato nero ma a prezzi molto alti, mentre a prezzi contenuti si possono comprare bevande alcoliche prodotte in case che alcune volte vengono adulterate in modo da provocare gravi avvelenamenti. Solo i membri delle minoranze religiose riconosciute dallo Stato hanno il diritto di produrre o acquistare bevande alcoliche in Iran. In Asia la produzione di liquori artigianali di contrabbando è molto diffusa e ogni anno centinaia di persone muoiono a causa di avvelenamento da metanolo. Nel caso più grave, avvenuto nello stato indiano del Bengala Occidentale nel 2011, nel giro di 48 ore morirono 143 persone. Il numero dei morti arrivò nei giorni successivi fino a 170. Il metanolo è utilizzato come sostituto economico dell’alcol in moltissimi paesi del terzo mondo, ma spesso finisce nei liquori di contrabbando dei paesi sviluppati e negli ultimi anni ci sono stati casi di avvelenamento di massa anche in Russia, Norvegia, Estonia e Repubblica Ceca. Nel 1986, in Italia, 23 persone morirono a causa di una partita di vino alterato con metanolo.