Una bolletta vietata ai deboli di cuore, quella recapitata per errore ad un utente irpino da parte della società Eni-Power: un conto di oltre 30 mila euro. “Inizialmente – afferma Antonello Di Guglielmo – ero rimasto sconsolato, pensando ad una somma di 3 mila euro, tra la bolletta di lettura e quella di conguaglio, che in un semestre invernale è comunque spropositata ma ci può stare. Poi ad una più attenta lettura ho rischiato un vero e proprio coccolone, perché i soldi da sborsare ammontavano ai guadagni annui di un lavoratore medio». Nulla a che vedere con il consumo di un nucleo familiare composto da 4 persone che risiedono in un appartamento di 150 metri quadrati. «Nemmeno un albergo a cinque piani potrebbe effettuare questi consumi -a fferma l’irpino -. Io capisco che il sistema di emissione delle fatture sia completamente meccanizzato, ma non capisco perché una società così importante di livello nazionale non abbia un sistema di alert che segnali in tempo reale le incongruenze tra il conto dei consumi e la tipologia di utenza, in modo da evitare all’utente lo spavento e poi il disagio, ma soprattutto la pessima figura alla società erogatrice”. Per Di Guglielmo, la fattura in questione sarebbe stata sarebbe stata l’ultima, perché ha cessato il rapporto con l’azienda titolare del servizio, passando ad altro gestore già da diversi mesi. Pertanto quella recapitata costituiva la lettura di cessazione, pari a 14.572 metri cubi, mentre il contatore dell’uomo, opportunamente certificato, fa segnare un conto complessivo di 1.348 metri cubi, in buona parte già saldati con le precedenti bollette e letture. “Adesso ci rido su ma ho vissuti momenti angosciosi – afferma Di Guglielmo – anche perché non capisco cosa sarebbe successo in caso di domiciliazione bancaria della bolletta con addebito diretto su conto corrente”.