Chianche. Domenica 6 aprile, giungeva una segnalazione alla sezione Enpa di Avellino su casi di avvelenamento a Chianche.Tempestivamente, le guardie zoofile guidate dal caponucleo Saverio Capriglione recatisi sul posto si sono resi conto da subito della gravità della situazione, vi erano carcasse di cani randagi e animali selvatici avvelenati ovunque. Avvelenare un animale è un reato ai sensi dell’art. 544-bis del codice penale che prevede reclusione da tre a diciotto mesi. Inoltre l’ art. 146 T.U. Leggi Sanitarie proibisce e punisce la distribuzione di sostanze velenose e prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46. Considerate che la prima legge italiana a definire punibile l’utilizzo, l’abbandono, la preparazione e/o la mera detenzione di esche o bocconi avvelenati è addirittura il Regio Decreto 1265 del 1934. Nel 2009 è anche stata emessa un’ordinanza del Ministero della Salute (Norme su e detenzione di esche o bocconi avvelenati del 17 gennaio 2009, prorogata nel 2012), che dispone tra le altre cose l’obbligo di autopsia da parte degli istituti zooprofilattici, se un medico veterinario riscontra anche solo il sospetto che un animale sia stato vittima di un avvelenamento. Dopo i primi accertamenti è stato inviata documentazione alla Procura della Repubblica, chiaramente stanno continuando le indagini da parte delle guardie zoofile per capire chi commettere tali atrocità. E’ sconcertante vedere casi di avvelenamenti che dimostrano quanto la nostra società sia marcia, ignorante e soprattutto disumana. COMUNICAZIONE ENPA REGIONE CAMPANIA Dora Mesolella