Ci ha lasciato Alessio Tropeano, il poeta e lo scrittore di Grottolella. La presidente dell’Associazione “Il bucaneve”, Maria Ronca lo ricorda: “L’ho conosciuto grazie alla scrittura e fu davvero singolare il nostro incontro.
Incontri che cambiano la vita che ti fanno capire il senso dell’esistenza e che la malattia è una brutta bestia, infame e bastarda che quando il cervello dice una cosa e il corpo ne fa un’altra, devi giocare di anticipo.
Vattela a pesca i pensieri e le azioni, i legami e i momenti, le occasioni mancate e perdute.
L’ironia di Alessio ebbe la meglio e con coraggio affrontò la malattia parlandone schiettamente e chiaramente a chi incontrava, a scuola, in biblioteca e nei luoghi più svariati e senza lesinare e strafare intitolò il suo libro “Finché Parkinson non ci separi”.
La sua era diventata una “convivenza pacifica” con la quale faceva i conti e si destreggiava ogni giorno.
Uscì fuori dagli schemi, dai protocolli e con la scrittura si riappropriò di sè stesso, mise nero su bianco, ogni umano desiderio e volontà di essere presente e raccontò della vita, oltre i limiti della malattia.
Nessuna lezione accademica fu più interessante della consapevolezza di vivere pienamente e di incontrare l’umanità. La matematica era il suo forte e la scrittura divenne un’appassionata compagnia di vita.
A vita monastica Alessio non si è mai ritirato e anzi ha voluto fino all’ultimo presenziare agli incontri culturali, portando la sua testimonianza.
Non sempre la Vita ci avverte di come sarà la nostra vita, ma sicuramente Alessio ha giocato con la malattia e ha voluto fortemente che la sua “normalità” non desse fastidio, recasse disturbo, ponesse un limite tra il prima e il dopo, ma rivalutasse un nuovo modo per convivere con essa e aprire nuove frontiere a non considerare il malato, un problema.
Non si è chiuso un capitolo si è aperto un altro libro.