di Franco Fiordellisi*
Avevo già avuto modo di esprimere tutti i dubbi sui leghisti irpini. E sul loro premier Salvini. Adesso dopo l’ulteriore visita del “Capitano”, sento di dover ripetere l’operazione sia in qualità di segretario generale della Cgil Irpina sia come cittadino di Calitri.
Inizio dal trasformismo dei leghisti che è del tutto simile ai tanti vituperati “dinosauri” della prima Repubblica: la lega è il partito più vecchio che c’è in parlamento anche se Salvini gli ha cambiato codice fiscale per evitare di avere problemi con lo Stato e con la Giustizia per quanto indebitamente “prelevato” negli anni dalla Lega. Tanto vale per i 49 milioni di euro da restituire in 80 anni di comode rate. Ma fatta la riflessione, diamoci anche una risposta.
La lega e il suo capo, un giorno si e l’altro pure attacca il sindacato, la Cgil in particolare, sostenendo che in Italia comanda la Cgil. Purtroppo il dato di realtà evidenzia, la marginalità, che in molte narrazioni e pratiche propagandistiche, i corpi intermedi sono rilegati ai margini, e soprattutto emerge che i rappresentanti dei lavoratori, non sono messi nella condizione di concordare e definire davvero le scelte strategiche per il futuro sia nelle aziende che negli Enti locali o amministrazioni. Anzi è vero il contrario con i lavoratori, i precari i particolare, sono ascoltati poco.
Infine il richiamo , che sempre viene fatto sulla pericolosità degli esclusi o degli ultimi, il solito anatema contro gruppi etnici, pericolosi spacciatori o micro delinquenti che invadono le piazze di Avellino o dei paesi irpini, mentre “dimentica” di dire una sola, dico una sola, parola sulle inchieste di associazione a delinquere di stampo mafioso “clan Partenio 2.0 ” di cui è avviato il secondo filone di indagine che si rivolge a colletti bianchi e politici, ma a noi tutti compete capire il perché di queste scelte leghiste.
Come volendo lui stesso, rappresentare l’Irpinia, omette le sue vulnerabilità a cui non corrisponde una sua proposta, se penso alla Sanità, all’assenza di presidi ospedalieri o assistenza domiciliare in Alta Irpinia, che nell’ordinarietà e il tempo della pandemia ci impone di ripensare. Lo stesso discorso vale però per chi c’è stato, in tutti questi anni e che vorrebbe continuare ad esserci.
Tutte queste cose sono lampanti e disponibili per chi vuole davvero agire la politica, il senso militante e civico, eppure ci sono Calitrani, Irpini, Meridionali che seguono le chiacchiere e queste narrazioni, che passano dal fascismo religioso alla “cazzima” politico economica, basti vedere l’esaltazione che la lega di Putin, Orban, Trump, Bolsonaro. Bisogna chiedersi comunque il perché!
Adesso aspettiamo che il verde leghismo si faccia carico anche dell’arancione di Pappalardo e abbiamo chiuso il cerchio dell’assurdo populista. Per evitare questo non credo nelle ammucchiate dell’indistinto politico, sia esso regionale o comunale. Ritengo sia indispensabile definire campi di visione sociale, economica e quindi politica ben chiari, dove in maniera radicale e pratica esercitare l’idea di società e di mondo.
La rappresentanza del lavoro non ha bisogno, anzi rigetta, soggetti che esaltano le differenze tra esseri umani, come colpe, siano esse religiose, di pelle o di provenienza. I lavoratori, gli esseri umani, i reddito da Lavoro dipendenti hanno bisogno di una rappresentazione politica ben radicata, comunitaria, per ridurre le disuguaglianze sociali e ricomporre un Welfare universale, per la Giustizia Sociale agendo uno sviluppo eco compatibile e sostenibile.
Come segretario generale della Cgil Avellino, insieme ai colleghi di Cisl e Uil abbiamo espresso il seguente concetto: “Abbassare la pressione fiscale è giusto, ma la misura è positiva solo se si tratta di un intervento strutturale e non transitorio con un suo assetto definitivo, altrimenti si creano ulteriori sacche di differenziazioni territoriale. È quindi utile lavorare per una rivisitazione complessiva delle aliquote Irpef, partendo dalle addizionali regionali e comunali, rendendole realmente progressive, perché la vera emergenza nel nostro territorio è la mancanza di lavoro di qualità, rispetto dei Ccnl, per cui riprendere il Comitato provinciale per l’Emersione del Lavoro Sommerso è utile a ribadire la lotta all’evasione e non ai condoni; così come costituire un comitato provinciale per la legalità e lo sviluppo che sia riferimento di articolazioni comunali e macro-territoriali.”
Su questi punti i leghisti ma anche altre forze politiche fanno orecchie da mercante, anzi avanzano proposte che escludono i lavoratori dall’andamento sociale, su questi punti gli elettori è opportuno siano informati e non si facciano abbindolare da promesse che sono più facilmente contro qualcuno che non per qualcuno.
* segretario generale Cgil Avellino