Avrebbe violentato nella sua chiesa evangelica, per diciassette anni di seguito, ripetutamente le sue adepte. In alcuni casi anche senza utilizzare profilattici, tanto da causare malattie come il papilloma che resero sterile una delle vittime. Violenze ripetute anche in casa di alcune delle donne che frequentavano quella chiesa che e si resero disponibili a ospitare il «santone». Una cappa di intimidazioni miste a minacce di punizioni divine che portò alcune delle donne ad «offrire» spontaneamente esse stese le loro figlie all’orco. Lo chiamavano «l’Angelo», un salernitano residente a Sant’andrea di Conza, un comune dell’Alta irpinia. Qui, il pastore evangelico – che ora ha 85 anni – aveva costruito la sua fama e qui aveva instaurato un sistema con il quale costringeva le donne della comunità non solo a sottostare alle sue voglie ma anche ad accettare un «dress code» che prevedeva indossassero solo gonne, oppure che i matrimoni avvenissero solo tra adepti.