“A tutt’oggi, di là dalla meritoria opera investigativa del dott. Rosario Cantelmo, Procuratore della Repubblica di Avellino, non c’è nulla che lasci sperare o supporre che, se non nell’immediato, in un lasso di tempo non lontano si procederà alla bonifica dell’area dell’ex Isochimica, infestata dal veleno cancerogeno dell’amianto”. Così, in una nota, l’associazione Amici di Fondazione Sudd. “Né c’è da sperare o supporre – nonostante che sia suo dovere preciso – che la Regione, governata dal centro-destra con il gruppo consiliare del Partito Democratico nell’inappuntabile ruolo di compiaciuto consociato e servile complice faccia alcunché. Sono altre, di ben diverso tenore, “le faccende” in cui “è affaccendata” la Giunta di centrodestra più PD. Men che mai c’è da sperare che l’Amministrazione comunale di Avellino di centrosinistra voglia seriamente o, anche se lo volesse, sia in grado di assumere una qualsivoglia funzione di protagonista in una così drammatica vicenda che si trascina da decenni e che sarebbe suo primo, indeclinabile dovere affrontare e risolvere. Infatti il Comune Avellino è in preda a una sempre più lacerante crisi che dura da più di un anno, per l’esattezza dal giorno dell’insediamento dell’attuale amministrazione. Basti dire che il bilancio delle cose realizzate dalla nuova amministrazione è pari a zero, a meno che non si scomodino – come pure si dovrebbe – i numeri negativi. Siamo al punto che appare incapace persino di deliberare un intervento di modica spesa per “rattoppare” almeno qualcuna delle più importanti strade cittadine ridotte a groviere.
E’ questo l’effetto di una continua quanto sfacciata e degradante, ormai monotona e annoiante, guerra per bande in seno al PD a livello di gruppo consiliare e di giunta comunale. Il che, detto en passant, non è neppure un male catastrofico se solo si riflette sul fatto che le uniche iniziative in cui la giunta appare impegnata consistono nello stravolgere lo strumento urbanistico e, spendendo milioni di euro, di ridurre, d’estate, a una pietraia rovente (chissà perchè!) quella che una volta era la bella, alberata e verde Piazza Libertà.
Di positivo e forte comunque c’è la unitaria, grande e sempre più determinata volontà di lotta dei lavoratori dell’ex Isochimica, delle loro famiglie e del quartiere tutto della Ferrovia dove si trova la maledetta fabbrica dei Veleni. A loro fianco, con passione, senso civico e disinteresse, si è da tempo schierato compatto il circolo politico-culturale “Amici di Fondazione Sudd” di Avellino, che ha tra l’altro, qualche mese fa, prodotto “Dossier Isochimica. Una normale storia meridionale”, un libro-documento a firma di Luigi Anzalone, Aldo D’Andrea e Giuseppe Di Iorio.
L’ultima iniziativa, che vede insieme Amici di Fondazione Sudd e i comitati di lotta della Ferrovia, è una lettera indirizzata all’on Pina Picierno, dirigente nazionale del PD ed eurodeputata con cui le si chiede di farsi direttamente carico della vicenda dell’Isochimica per imprimerle una svolta risolutiva. Questo il testo della lettera che reca in calce 144 firme di ex operai dell’Isochimica, dei loro familiari e di abitanti della Ferrovia: “Illustre onorevole Picierno, riprendendo il filo di un discorso, per la verità appena accennato nel breve incontro che alcuni di noi ebbero con Lei in occasione della sua venuta ad Avellino per la chiusura della campagna elettorale europea, desideriamo innanzitutto complimentarci per la Sua brillante elezione. Detto questo com’è d’obbligo e come ci fa piacere, Le chiediamo di incontrare – cosa per la quale ci parve disponibile nel succitato incontro – una non numerosa delegazione di firmatari della presente. Il nostro intento è quello di ottenere un suo autorevole aiuto e sostegno per risolvere la cosiddetta “questione dell’Isochimica”, che si trascina da circa quantant’anni.
La soluzione della questione richiede un triplice intervento:
1) la bonifica fatta in modo serio e compiuto dell’area di questa ex fabbrica dove si scoibentava amianto senza nessuna misura di protezione per la salute degli operai e lo si interrava, per dire così, a casaccio fin quando un benemerito magistrato del Tribunale di Firenze la chiuse. Attualmente, il Procuratore della Repubblica di Avellino, dott. Rosario Cantelmo, non solo si sta impegnando perché siano accertate eventuali responsabilità penali di quanto è avvenuto, ma sta facendo il possibile e l’impossibile perché siano effettuate almeno le opere di somma urgenza nell’area in questione. La bonifica non può essere fatta – ed infatti sinora non è stata fatta – solo grazie all’intervento delle istituzioni locali o territoriali (comune di Avellino, Regione, Campania, ASl); richiede soprattutto l’intervento del diretto del Governo. E questo, di là da ragioni di ordine economico, per evitare che la realizzazione dell’opera finisca in mani sbagliate o non venga addirittura effettuata;
2) il pensionamento di tutti gli operai – ricorrendo alle opportune misure legislative – che hanno lavorato in quella che è stata chiamata a triste ragione chiamata la “fabbrica dei veleni”, poiché è la causa di venti morti per malattie cangerone e di 150 casi di inabilità al lavoro; 3) la destinazione dell’area, una volta bonificata, a piazza e a verde attrezzato, consentendo al massimo la creazione di una struttura culturale-ricreativa per un quartiere come la Ferrovia, dove si trova l’ex Isochimica, che ne è priva”.