Una violenta tromba d’aria che nasce dal mare, si sposta sulla terraferma e fa danni, anche ingenti. Non è la Florida, come si potrebbe pensare vedendo le immagini, ma il Casertano. Il tornado che ha colpito la costa campana ieri sera, causando anche 8 feriti, non è un episodio isolato, anzi potrebbe essere solo l’inizio: colpa del surriscaldamento del Mediterraneo.
«In Italia siamo alle soglie della temperatura di innesco di fenomeni atmosferici violenti, che saranno molto più intensi». Lo sottolinea all’Agi Antonello Pasini, climatologo dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr, che proprio su questo tema insieme al collega Mario Marcello Miglietta ha condotto lo scorso settembre un importante studio, pubblicato su Scientific Reports.
«Abbiamo studiato il tornado del 2012 che aveva colpito il Tarantino, causando una vittima e danneggiando anche gli impianti dell’Ilva – spiega Pasini – e abbiamo simulato temperature diverse del mare. Scoprendo che con appena un grado di meno, il tornado non ci sarebbe proprio stato. Con un grado in più, invece, sarebbe stato ancora più violento».
La ricerca, sottolinea il climatologo in un post sul suo blog, ha dimostrato che «nel Mediterraneo siamo in presenza di una forte sensibilità di questi fenomeni alla temperatura del mare, e che la loro intensità non cresce gradualmente, ma è destinata ad aumentare in modo più rapido una volta superato un certo valore di temperatura (cioè in maniera non lineare, diremmo noi fisici).
In generale, alcune zone del nostro Paese hanno probabilmente già raggiunto la soglia di innesco di temperatura del mare per fenomeni molto violenti. Va precisato ancora, comunque, che non abbiamo analizzato il possibile aumento del numero di tornado in Italia, ma solo la loro violenza».