Avevano lasciato il lavoro e da un anno giravano il mondo in sella a una bici. Jay e Lauren, americani, 29 anni, erano fermamente convinti che «la gente» fosse «meravigliosa». Prima di incontrare l’Isis che li ha uccisi entrambi in un attacco terroristico in Tagikistan.
«I media ti raccontano che il mondo è un posto grande e spaventoso, pieno di gente cattiva di cui non fidarsi. Io non me la bevo», scriveva Jay Austin, originario di Washington. Insieme alla fidanzata Lauren Geoghegan aveva dato avvio a un sogno: compiere il giro del mondo in mountain bike. Da luglio 2017 la coppia di viaggiatori, innamorati della vita e dei popoli, ha percorso chilometri e chilometri pedalando per 369 giorni. Fino a quando, una settimana fa, un’auto di terroristi Isis si è lanciata contro di loro travolgendoli e finendoli a coltellate e fucilate.
Troppo liberi, troppo felici per i terroristi a caccia di “miscredenti”. Jay e Lauren viaggiavano senza orpelli né sovrastrutture. Semplicemente fidandosi delle persone che incontravano e chiedendo loro dritte. Semplicemente in bici, come avevano chiamato il blog per documentare l’impresa: symplycycling.org.