Mario Volpe, a sorpresa, ci stupisce con un suo nuovo libro. Una raccolta di racconti del genere horror attraverso i quali Mario, allontanandosi dal suo genere narrativo, esplora le paure dell’uomo fondendo la fantasia con una realtà plausibile, per porre in evidenza ciò che realmente ci terrorizza. Il libro, il cui titolo richiama un termine in lingua Tagalog che identifica il male, è scorrevole e piacevole nella lettura pur nascondendo, tra le sue righe, una notevole profondità di pensiero dell’autore. Lo stile letterario, con chiusura ad effetto, non tradisce quello dei precedenti lavori di Mario Volpe, che tendono a catturare il lettore, sin dalla prima riga, stimolando la sua curiosità spronandolo a completare la lettura. Il libro, edito da Drawup Edizioni, vuol essere anche la concreta sperimentazione con cui Mario Volpe intende sostenere il suo pensiero, secondo il quale uno scrittore dovrebbe essere in grado di meditare sulle condizioni del mondo e dell’uomo raccontando ogni aspetto della vita.
Ed è proprio attraverso questo lavoro che l’autore narra delle angosce umane, per arrivare alla conclusione finale: il vero terrore che attanaglia l’uomo è il fallimento. Il fallimento nel lavoro, negli affetti, della stessa vita resa vana e asciutta da ogni importante significato; evidenziando che, per quanti sforzi si facciano, eventi inaspettati e improvvisi possono dirottarci verso mete dolorose, oscure e inafferrabili.
Una lettura consigliata per tutti, eccetto i deboli di cuore.