Raffaella Carrà rappresenta la punta più alta del pop televisivo che si trasforma in documento sociologico. Il suo status ricreava quadri catodici che avrebbero raccolto la sintesi di un frammento oltre il momento, dando alla velocità di fruizione una pelle di natura fotografica, quasi che la sua immagine provasse ad uscire dalle riprese in diretta, attraversando l’istante per incidersi come uno stencil sul muro del tempo. Per attuare questo processo semantico serviva la miccia di un occhio fotografico, qualcuno che cogliesse il segno warholiano della Raffa, la sua attitudine catartica e stravolgente, generazionale e ironicamente rivoluzionaria. Quella persona esisteva e arriva a noi con un patrimonio fotografico di enorme valore storico: il suo nome è Chiara Samugheo e le sue foto sono il romanzo per immagini di un’icona inimitabile e attualissima.
Fissare su carta fotografica l’icona pop di un immaginario liquido che scorreva nei pixel catodici. Molti hanno provato a farlo con Raffaella Carrà, solo Chiara Samugheo ne ha colto il valore di archetipo dalle molteplici forme identitarie. La sua è stata una sintonia profonda col personaggio attorno alla persona, un dialogo da studio con l’aura pop della donna più amata dagli italiani.”
A cura di Gianluca Marziani In occasione della serata del vernissage sarà presentato un catalogo edito da De Angelis Art che raccoglie circa 30 immagini di Chiara Samugheo scattate a Raffaella Carrà, incluse quelle esposte durante la mostra.
Il catalogo sarà disponibile in galleria.
Biografia: Chiara Samugheo
Prima donna professionista, è ritenuta tra le più importanti fotografe italiane. Nata a Bari nel 1925, si trasferisce giovanissima a Milano, dove si inserisce negli ambienti intellettuali della città. E’ di questo periodo l’incontro con Pasquale Prunas, che diventerà in seguito suo compagno di vita. Egli la coinvolge nell’idea di una nuova rivista fotografica, Le Ore, sullo stile di ‘Paris Match’. Le affida una Contax con cui si impegna a realizzare reportage che documentano la realtà. Comincia a lavorare anche per Cinema nuovo di Guido Aristarco, condividendone l’idea di fotografia come strumento per sgretolare il muro che separa i giovani da un mondo migliore. E’ del 1954 il servizio fotografico sulle tarantolate di Galatina (Lecce), al quale fanno seguito reportage sulle baraccopoli napoletane, su padre Borrelli, il prete degli scugnizzi e numerosi altri. Inviata a Venezia per un servizio sui costi del Festival del cinema, ritrae numerose star. La sua foto che immortala ‘Maria Schell’ finisce in copertina e la rivista vende tutte le copie. Chiara Samugheo non scatta all’insaputa del soggetto, piuttosto lo coinvolge in un gioco divertente e spontaneo: usando il meno possibile le luci artificiali, lontano dal set, instaura un rapporto privilegiato con le dive, riuscendo a realizzare semplici scatti di straordinaria bellezza.
Quella foto scattata a Venezia è solo l’inizio delle molteplici collaborazioni con le più grandi testate nazionali ed estere. Copertine raffinate e servizi fotografici di attrici, di attori, registi e personaggi dello spettacolo, che le fanno guadagnare l’appellativo di fotografa delle Stelle.