SANT’ANGELO DEI LOMBARDI – Verrà presentato domani il libro “Il Fonte battesimale nella Mater Ecclesia altomedievale di Sant’Angelo dei Lombardi – Note storiche e contrastanti scenari datazionali” di Michele Vespasiano. L’importante appuntamento culturale si terrà nella Sala multimediale della Curia Arcivescovile di Sant’Angelo dei Lombardi alle ore 18:00 e vedrà la presenza tra i relatori del prof. Francesco Gandolfo, professore emerito di Storia dell’Arte Medievale all’Università di Roma “Tor Vergata”. Per fare il punto sulla ricerca in Alta Irpinia, con il noto cattedratico romano, tra le massime autorità europee dell’arte del “tempo di mezzo”, interverranno lo storico dell’arte Giuseppe Muollo e Giampiero Galasso, direttore del Museo Archeologico di Bisaccia.
L’ultimo lavoro di Vespasiano mette sotto i riflettori di una puntuta ricerca storica il fonte battesimale della basilica altomedievale ritrovata a seguito dei lavori di ricostruzione e recupero del sito monumentale del Castello degli Imperiale a Sant’Angelo dei Lombardi. Una chiesa triabsidata che l’autore, appassionato studioso della storia e dell’arte della sua città, non nutre alcun dubbio che sia l’Ecclesia Cathedralis che, nei primi decenni del XII secolo, accolse il primo vescovo della città. Un’interpretazione che, sul filo di una scrupolosa analisi storica, porta l’autore anche ad anticipare di qualche decennio la data di istituzione della diocesi di Sant’Angelo.
Anche se il libro focalizza maggiormente l’attenzione sull’originale fonte battesimale con una severa lettura critico-artistica del manufatto, arricchita anche dal raffronto con altre vasche coeve ritrovate non solo in Italia ma anche in Francia, Michele Vespasiano coglie l’occasione per indagare anche l’antropizzazione del sito dove sorse la chiesa e il ruolo svolto dai Longobardi nella fondazione del primo recinto fortificato e nella nascita della civitas.
Il volume, agile ed elegante nella forma tipografica e assolutamente rigoroso nei contenuti, affronta inoltre anche la vexata quaestio del nome di Sant’Angelo dei Lombardi, il cui agioetnotoponimo rimanderebbe alla presenza dalla gens Langobardorum sul territorio altirpino e al culto che “i guerriri dalla lunga barba” avevano per l’Arcangelo Michele, ancora oggi patrono della città.
Il nuovo libro di Vespasiano, che fa seguito al precedente saggio, Ecclesia Mater Angelensis (Natan, 2012), dedicato dall’appassionato studioso santangiolese all’attuale cattedrale santangiolese, di età rinascimentale, offre assieme ad evidenti punti di certezza storica anche ulteriori elementi di confronto, che sicuramente contribuiranno ad allargare l’orizzonte delle conoscenze sulla ritrovata struttura basilicale altomedievale e ad aprire un costruttivo dibattito tra gli studiosi della storia della cittadina altirpina.