La disabilità è un tema sociale, su cui tanti esprimono le loro opinioni ed i loro orientamenti. Altri intendono la disabilità da un punto di vista medico-sanitario, approcciandosi ad essa in modo assistenziale. Sarebbe opportuno che di persone disabili si possa disquisire anche attraverso le loro storie personali, con le quali introdurre il vero tema della “cultura della disabilità”. Prima ancora di scrivere programmi, di fare progetti, di proporre servizi bisognerebbe in un territorio parlare delle persone con handicap con assoluta normalità, ponendo attenzione anche nelle loro vicende personali e domestiche. Per esempio, sarebbe il caso di ricordare che il Comune di Avella ha conosciuto la tenera e breve vita di due fanciulle, che rispondono al nome di Chiara ed Elena. Entrambe hanno conosciuto il piacere di vivere in nuclei familiari altamente accoglienti e consapevoli; entrambe hanno vissuto le loro sofferenze fisiche, rispondendo agli altri con dei sorrisi solari, che ancora oggi lasciano il segno nel ricordo di tutti noi; entrambe in vario modo hanno conosciuto la scolarizzazione, l’aspetto dei pari, la solidarietà dei docenti, il rispetto e la stima come persone. Con queste storie si produce una cultura senza ipocrisie, senza veli di falsità, senza pregiudizi e preconcetti, che sono i veri ostacoli in un tessuto sociale, capace di frenare l’evoluzione e lo sviluppo di vita. Ognuno di noi nelle proprie responsabilità, nelle proprie funzioni e nei propri ruoli contribuisca ad innalzare i livelli di convivenza e di vivibilità per tutte le
persone in difficoltà, è anche questo il compito di un organismo di consultazione come il “Forum delle persone disabili”.
IL DELEGATO ALLA DISABILITA’
Vincenzo Serpico