di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
Nell’ambito del pacchetto Fit-for-55, venerdì scorso l’Ecofin ha approvato in via definitiva la Direttiva Case Green (Energy Performance of Buildings Directive – EPBD), una mossa cruciale per la riqualificazione energetica degli edifici in Europa. Tuttavia, nonostante l’ampio sostegno, l’Italia ha espresso voto contrario insieme all’Ungheria, sollevando interrogativi cruciali sull’affrontare i costi di questa trasformazione.
L’obiettivo ambizioso è chiaro: raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Ma le tappe intermedie richiedono azioni concrete entro il 2030 e il 2035, con una netta riduzione delle emissioni di gas serra e del consumo energetico degli edifici residenziali. Questa sfida colossale si riflette in particolare in Italia, dove milioni di edifici si trovano in classi energetiche molto basse, F e G.
Il cuore della questione risiede nei costi. Si stima che fino al 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro all’anno, di cui una parte significativa è ancora da reperire. L’Italia si trova di fronte a un’enorme responsabilità finanziaria, con centinaia di miliardi di euro in gioco. E mentre si può contare su fondi europei, la domanda rimane: chi si farà carico di questa spesa monumentale?
Il governo italiano ha sollevato legittime preoccupazioni sull’incertezza delle risorse necessarie per sostenere questa trasformazione. La domanda cruciale resta: chi pagherà per rendere le case green? Le famiglie, gli Stati, l’Europa? È una questione che richiede una risposta urgente e una strategia chiara.
La sfida della riqualificazione energetica non riguarda solo i costi, ma anche l’accessibilità agli incentivi. Anche se i costi stimati sono paragonabili a quelli del Superbonus, l’accesso agli incentivi è diventato più difficile e meno conveniente, mettendo a rischio la partecipazione delle famiglie e degli operatori del settore.
Il cambiamento richiesto dalla Direttiva Case Green è sostanziale. Passare almeno due classi energetiche richiede interventi importanti come la coibentazione dell’edificio, la sostituzione della caldaia e la possibile installazione di pannelli fotovoltaici. All’interno delle abitazioni, la sostituzione di infissi e finestre e la transizione verso impianti meno inquinanti sono passaggi essenziali.
In questo contesto, è imperativo che il governo italiano sviluppi una strategia chiara per affrontare questa sfida, garantendo un accesso equo agli incentivi e un sostegno adeguato per le famiglie e gli operatori del settore. La transizione verso edifici più sostenibili è non solo un obbligo, ma anche un’opportunità per un futuro più verde e pulito.