di Felice Sorrentino
Non si fa mai di tutta l’erba un fascio ma qui sfioriamo percentuali preoccupanti. I giovani di oggi (parliamo della fascia che va dai 12 ai 18) sono figli dell’ignoranza provocata dai media e dai social. Un recente sondaggio ci dice che il 79% di questi ragazzi è privo di qualsiasi forma di cultura generale. Solo due su dieci hanno saputo elencare almeno cinque capoluoghi di provincia e nove su dieci hanno indicato New York come capitale degli U.S.A. Purtroppo in Campania i dati sono addirittura peggiori. Nessuno sa chi sia Camillo Benso o Vittorio Emanuele. Per loro sono solo i nomi di alcune strade, ma se gli si chiede di indicare qualche personaggio dal sangue blu, partono tutti a parlare di Gomorra…
Una serie che ha definitivamente rimbambito i giovani. Per questi ragazzi “Ciruzzo L’immortale” rappresenta un esempio, se non di vita molto spesso da emulare negli atteggiamenti. È notizia di poche settimane fa di un ragazzino quattordicenne accoltellato in un centro commerciale senza alcun motivo da un gruppo di capre della stessa età. La domanda è perché un ragazzino giri il giorno dell’immacolata con un coltello in tasca? Chiedetelo ai piccoli Savastano che non capiscono la differenza tra fiction e realtà. E dove sono i genitori? Sono questi ultimi a dover cogliere i segnali della deriva, magari controllando i profili social e impedendo ai figli di vedere ciò che non sono in grado di capire.
È una società ignorante dove attecchisce l’odio e la competizione. Dove le ragazzine ambiscono a diventare influencer e a quattordici anni pensano solo ai vestiti e a farsi selfie in pose troppo avanti per la loro età.
Alla domanda: “qual è stato l’ultimo libro letto?” Nove su dieci hanno risposto nessuno. I media hanno la stessa colpa dei genitori perché pur di raggiungere dei risultati, riempiono i palinsesti di tv spazzatura. La comicità dei programmi comici, come quella delle commedie, si basa ormai solo su battute a sfondo sessuale o sull’uso delle parolacce. Inoltre l’uso di espressioni gergali tipiche dei giovani sono addirittura deleterie per quanto riguarda lo studio. Capita spessissimo che una insegnante si ritrovi parole del genere nel tema di italiano, per non parlare delle abbreviazioni come il “xké” …
Dal punto più alto delle istituzioni, fino al chiuso della famiglia urge un intervento per arginare questa ignoranza. La musica, lo sport, il teatro e l’arte sono la via della salvezza dove portare i nostri figli. Che tornino pure gli oratori perché il progresso ha creato dei mostri che cancelleranno la cultura. Le nuove generazioni non conoscono le battute di Totò, Troisi e di Eduardo ma sanno dire che APPALERMO si inzuppa il biscottino. Battisti è un qualcosa di sconosciuto mentre la musica trap insegna loro ad andare dietro a cinture Gucci e Ferragamo. L’arte poi. Quella è ormai già inevitabilmente superata. Nessuno si aspetta di vedere appeso al muro un Caravaggio o un De Chirico, bensì una banana con lo scotch. Ma è Cattelan direte voi! Certo, ovviamente l’arte è un mezzo per comunicare dei messaggi, però lasciatemi rimpiangere il passato…