Annarita Lo Mastro, la mamma di David Tobini, scrive a Salvini: ” Forse non è caduto invano, come stavo per convincermi. È caduto anche per Lei che sta lavorando e combattendo” La lettera è svelata nella edizione quotidiana de Il Giornale
Buongiorno ministro, Le scrivo una lettera aperta dopo averne spedita una personalmente, dopo aver sollecitato che le venisse recapitata ho perso le speranze.
Sono la madre di quel caduto (David Tobini, ndr) che da anni scrive, scrive e scrive. Non si arrende e, così, torna a scrivere.
Scrivo a Lei non perché è di destra, la politica non mi interessa, Le scrivo perché a oggi mi sembra un politico dei “non solo tre giorni” (di quei giorni in cui nelle nostre case si forma il circo mediatico e le telecamere si posiziono al di fuori dei nostri cancelli).
Lei, ministro, visto che la seguo, dice che in dodici giorni è invecchiato di sei anni per questa Italia; io invece, ministro, non vivo più per questa Italia, a cui ho donato la “ragione di vita”.
Per questa Nazione, che è la mia Nazione, ho perso un figlio. Mio figlio. L’ho perso per quella che chiamano “pace”.
Cadde in un conflitto a fuoco, “esponendosi più volte incurante della sua incolumità, per coprire il fianco del dispositivo amico”, come motivazione racconta
Onorificato con la Medaglia d’argento al valor militare perché per questa Italia per essere onorificato con una medaglia d’oro al valor militare. Poteva fare di più questo italiano.
Lei però ha acceso una fiammella nel cuore di una madre che batte per inerzia. Forse non è caduto invano, come stavo per convincermi.
È caduto anche per Lei che sta lavorando, combattendo per questo “dispositivo amico”. Quando nelle sue interviste nomina i suoi figli, Ministro, il mio pensiero va al mio. “Va, Pensiero”. Un “Va, Pensiero” che si alterna con un inno, il nostro inno.
Quello che oggi, forse possiamo riascoltare su un “Attenti” rigido e decoroso. Lo stesso che stava cavalcando l’onda su gambe stanche e piegate. Sono certa che non deluderà la mia bandiera, anche se per me – oramai – sarà sempre a mezz’asta. Non tifiamo un partito.
Tifiamo un uomo, che sta prendendo per mano un’Italia che si stava smarrendo. Non ci aspettiamo miracoli, ma l’impegno e la volontà che sta dimostrando. E che spera non perderà nel tempo.
Poche righe, scritte da un’Italia che tutto ha dato, accompagnato da un plauso preventivo e da un forte e sentito augurio.
Aggiungo, caro Ministro, ciò che dovrà rimanerLe bene impresso. Nel caso, molto remoto, in cui non dovesse farcela, Lei rimarrà per gli italiani un politico fuori dal coro. Così come il suo coraggio. Viva l’Italia, viva i nostri soldati, viva le forze dell’ordine, a cui rivolgiamo il nostro rispetto, certi che lei non permetterà che venga loro meno.