Approssimarsi alla lettura di un testo poetico significa predisporre l’animo a vivere spazi temporali ed atmosfere di una dimensione capace di offrire la sapienza dell’essere e dell’assoluto. Quando si verifica a pieno questa condizione dello spirito, allora siamo di fronte alla vera poesia. Tale evento è l’assioma regolativo per chi attende alla natura del messaggio poetico. Si è realizzata così una corrispondenza di idealità, di sentimenti, di emozioni, tali da rendere possibile l’esegesi e l’interpretazione della narrazione sentimentale del nostro autore. Trapela dalle liriche di Giovanni Moschella un senso di religiosità profonda. Una religiosità non soltanto mistica, ascetica, ma senza dubbio una religiosità che si caratterizza come amore universale verso tutti gli uomini, verso i “Grandi della Fede”, come Giovanni Paolo II,”il tuo canto fraterno va oltre lo spazio della vita…”, verso gli affetti familiari “ brilla nel cielo…quella stella sei tu”, verso gli amici,” nella memoria ricordi di una poesia che forse un giorno ti scriverò…”, verso la natura, “la luna stasera fa sognare…”, verso la propria terra, “la forza del fiume Sabato in piena…”. Nei suoi versi, che illuminano l’attenzione per l’altezza morale che li anima, vive fortemente la ricerca della libertà, “quante volte ti ho cercata nell’immensità dei monti…” e l’amore espressione ed attestazione della parola di Dio, “mi trovo ad Assisi dove la fede è spiritualità…” e l’amore materno, amore indistruttibile, che valica i limiti del tempo e che lascia al figlio il bene più prezioso, una forte eredità di leggi eterne. Il tono appassionato prorompe e l’amore nasce e vive nella sua spontaneità come poesia del cuore, “cuore mi piace ascoltarti, sentirti parlare… dove sei”, nei frammenti di ricordi e silenzi l’autore rivive il sogno di un passato remoto, che rievoca nel suo animo l’infanzia, il tempo andato,”il tempo vola in fretta”, come momento di recupero dell’esistenza e di proiezione del vivere. Un vivere che trova da parte del poeta un continuo rimando ad immagini della natura, “i segreti del mare, i bagliori dorati del tramonto…”.”Un poeta nascosto”, che si riconosce come tale soltanto quando respira la pioggia, la sabbia, il gabbiano, quasi essenze e profumi di una vis vitalis, donatrice e madre del verso del nostro cantore. La sua poesia rispecchia tutti gli aspetti dell’esistenza: l’oscurità, l’incomunicabilità, la solitudine, “una tempesta di vento ha spalancato la finestra”…, la tristezza, lo smarrimento, ma nello stesso tempo la ricerca di uno sbocco verso la vera luce. La figura del poeta si intreccia con quella del pensatore, là dove il suo libero sguardo avrebbe voluto ravvivare il sorgere di un Sud con un paesaggio diverso, espressione di un’altra umanità. Pensiero, sentimento ed immagini ben si realizzano nella tensione finalistica ed unitaria che è propria dell’arte, alta espressione dell’essenza stessa della mente umana.
Professoressa Maria Rosaria Di Rienzo