9 agosto 2015 Domenica
S. Teresa Benedetta della Croce, patrona d’Europa (f)
19.a tempo ordinario – III
Gustate e vedete com’è buono il Signore
Liturgia: 1Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30 – 5,2; Gv 6,41-51
La fame è diventata avidità in noi e ci ha indotto al peccato sin dal principio. Un cibo proibito e venefico ci ha procurato la morte. Quella bramosia insaziata rode ancora nel cuore dell’uomo; si esprime nella voglie incontenibili e nei desideri smodati. Sperimentiamo, come il profeta Elia, con il peccato e la morte, la corruzione della carne, la debolezza e tutte le umane fragilità. Abbiamo bisogno di rinascere ed essere rinvigoriti con un cibo buono e salutare, urge rinverdire tutto il nostro essere e restituirgli l’originario divino splendore. Ecco allora il capolavoro di Dio: incarna il suo Figlio unigenito Gesù Cristo con la carne purissima e incorrotta della Vergine Immacolata; ora quella stessa carne, consacrata sugli altari del mondo, ci viene offerta come pane di vita. È il pane vivo disceso dal cielo. Ci viene dato gratuitamente per essere rigenerati a vita nuova, perché la nostra carne perda la debolezza della corruzione e torni ad essere candida come Dio l’aveva creata. È carne di comunione che così rinsalda i nostri vincoli con il nostro Creatore e con i nostri fratelli. È carne traboccante di energia divina che ci consente di superare tutti gli ostacoli e le prove della vita e di raggiungere l’obiettivo finale della nostra esistenza. Per noi partecipi del banchetto celeste il cammino non è troppo lungo perché l’energia abbonda. In virtù di quel cibo ci è concesso di orientare al bene tutta la nostra vita. Ecco perché san Paolo, sapendo del pane di cui possiamo nutrirci, proprio oggi così ci esorta: “Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore”. Chi si nutre di Dio è pervaso dal suo Spirito; è interiormente rinnovato e purificato dal quel Soffio divino, possiamo davvero diventare imitatori e figli di Dio. (Padri Silvestrini)