A cura di don Riccardo Pecchia
il Vangelo ci riferisce gli inizi del ministero di Gesù, che comprendono già la vocazione dei primi apostoli. Il Vangelo ci dice che Gesù, avendo saputo dell’arresto di Giovanni Battista, si ritira nella Galilea, una regione lontana da Gerusalemme, una regione dove egli può stare tranquillo. E’ una regione disprezzata, perché i giudei non hanno una grande stima dei galilei. E’ significativo che l’attività di Gesù cominci proprio in una regione disprezzata. Questo corrisponde all’orientamento di tutto il suo ministero: Gesù è sempre andato verso i più piccoli, i più umili, i più bisognosi. Questo inizio dell’attività di Gesù viene presentato da Matteo come adempimento di una profezia d’Isaia. L’evangelista precisa che Cafarnao si trova nel territorio di Zabulon e di Neftali, e Isaia nella prima lettura parla proprio di questi paesi. Gesù comincia la sua predicazione con le parole “Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Questo invito alla conversione è basato su una buona notizia: “Il regno dei cieli è vicino”. Gli ebrei aspettavano il regno dei cieli, cioè la manifestazione del regno di Dio sulla terra che avrebbe dovuto cambiare l’aspetto del mondo, recandovi giustizia, pace, amore e gioia. Gesù afferma che questo regno si è avvicinato; ma aggiunge che per entrarvi in esso occorre convertirsi.
L’evangelista poi racconta la vocazione dei primi apostoli: Simone e Andrea Giacomo e Giovanni. E’ significativo che sin dall’inizio del suo ministero, Gesù abbia voluto chiamare alcuni uomini per associarli al suo ministero. Gesù non si presenta come un personaggio solitario , che pretende di realizzare da solo la sua opera, senza la collaborazione di nessuno. Di per se avrebbe potuto fare questo, perché è veramente unico: figlio di Dio fatto uomo si trova ad un livello irraggiungibile da ogni altro uomo. Ma ha voluto subito chiamare degli apostoli per associarli alla sua opera di salvezza. Così Gesù unisce le dimensioni dell’amore: mostra l’amore verso il Padre Celeste, perché predica il regno di Dio, e l’amore verso i fratelli, perché li associa alla sua opera. I primi chiamati sono dei semplici pescatori che stanno gettando la rete in mare. Gesù dice loro: “venite dietro di me vi farò pescatori di uomini”. Subito Simone e Andrea lasciate le reti lo seguono, essi capiscono subito che è il maestro, il Signore, il Salvatore e non esitano a seguirlo. Allo stesso modo Giacomo e Giovanni che stanno riassettando la rete vengono chiamati da lui. Anch’essi lasciano subito la barca e il padre e lo seguono. Qui abbiamo i due esempi di docilità alla vocazione. Nei nostri giorni è tanto necessario che molte persone – giovani o meno giovani – siano docili alla chiamata di Dio. Oggi sembrano che manchino le vocazioni: in realtà non sono le chiamate da parte di Dio che mancano, ma le risposte ad esse. Dobbiamo pregare affinché le persone chiamate dal Signore siano veramente pronte a lasciare tutto per seguire Gesù, il loro maestro, Signore e salvatore. Rallegriamoci nel sapere che Cristo continua la sua opera per mezzo degli apostoli, dei vescovi e dei sacerdoti. E’ a lui che dobbiamo dare tutta la nostra adesione, non attribuendo troppa importanza alle persone umane, che sono semplici strumenti della sua opera straordinaria.