Sabato 21 Maggio, presso il Liceo “Enrico Medi” di Cicciano, in occasione della rassegna internazionale di poesia “Voci dal mondo”, si è svolto l’incontro con uno dei protagonisti assoluti della poesia contemporanea: Maurizio Cucchi. L’incontro, curato dal professor Carlangelo Mauro, è stato organizzato dal Comune di Cicciano, dal Liceo “E. Medi” e dall’Associazione Culturale Sinestesie di Avellino ed ha visto l’intervento dell’assessore alla cultura Lucia Marotta, del dirigente scolastico Pasquale Amato, della docente Rosanna Napolitano e di molti studenti, tra cui Ilaria Vassallo.
L’evento-Omaggio coincide con la pubblicazione, in un volume unico, intitolato “Poesie 1963-2015”, della produzione poetica di Maurizio Cucchi, per la collana Oscar poesia del Novecento, edita da Mondadori, e reca l’introduzione del professor Alberto Bertoni dell’Università di Bologna. Arricchito da una bibliografia aggiornata e da una nuova biografia, il libro raccoglie per la prima volta organicamente le raccolte pubblicate dopo “L’ultimo viaggio di Gleen” del 1999. Le raccolte del nuovo millennio: “Per un secondo o un secolo” (2003), “Jeanne d’Arc e il suo doppio” (2008; riprende ed amplia la “Luce del distacco”, pubblicata nel 2000, per il teatro) “Vite Pulviscolari” (2009), “Malaspina” (2013), concorrono, con la precedente produzione, a tracciare il quadro complessivo di un poeta che Bertoni ha definito «un classico vero della modernità». Il volume raccoglie, inoltre, nella sezione “Antiche, rare, inedite”, alcune poesie pubblicate in antologie o plaquette − giovanili o disperse − e un inedito conclusivo, di intenso valore poetico, sulla catastrofe di Chernobyl e la città fantasma di Pry’jat, irradiata dall’esplosione del reattore numero 4 passato tristemente alla storia. Durante l’incontro la studentessa Ilaria Vassallo ha letto una chiara ed approfondita analisi svolta sul lavoro di Cucchi, dopodiché l’autore ha risposto ad una serie di domande poste degli studenti. Come ha letto la signorina Vassallo: “Difficile descrivere l’opera in versi di Maurizio Cucchi, come difficile è descrivere la sua potenza espositiva, capace di offrire al lettore una visione talmente realistica della realtà che sembra si possa quasi toccare; leggendo le poesie si avvertono gli stessi sentimenti, lo stesso turbinio di emozioni e le immagini sembrano prendere vita. Sfogliando le pagine, i dialoghi, i monologhi, i drammi, le anime, le voci, i pensieri, i personaggi, le impressioni, le emozioni, i tormenti, gli oggetti “prendono vita” man mano che si sfogliano le pagine. La poesia passa dal “non è credibile a sentirlo con le proprie orecchie, viverlo, ti capisco, un inferno, una vergogna, un’ansia di scappare” passa, invece, a quelli che si presentano come dettagli più essenziali “la pianta della sacrestia, le malefatte arcinote del prevosto, l’untuosità dei coadiutori; il gobbo e il sordo; e delle suore”.
Importanti, anche, le figure femminili come Jeanne D’Arc in “Jeanne d’Arc e il suo doppio”, deve, dopo circa 20 anni, il poeta Cucchi, torna a confrontarsi con la figura di Giovanna d’Arco distaccandosi nettamente dalle interpretazioni che l’hanno preceduto riportandola a una visione piana, realistica. “Nell’opera teatrale in versi viene ricostruita la vicenda della Pulzella d’Orleans, filtrata per mezzo della voce narrante della protagonista, presentata come “un’anonima donna reclusa che cerca di definire la propria identità etica rievocando Giovanna d’Arco, attraverso un possesso fisico di rapide identificazioni e separazioni, di destini che si incrociano per poi dividersi definitivamente”. Al centro della narrazione la figura della donna, segregata in un luogo altrettanto indefinito che, in uno stato quasi delirante, “Sente” la presenza di Giovanna d’Arco, o meglio. “La mistica che sentiva le voci, diventa, nei versi di Cucchi, una voce che sgorga dall’inconscio, che conforta e allevia le sofferenze della protagonista, una voce assimilata all’urlo della mandragora, la radice a forma d’uomo dalle proprietà anestetiche che getta un grido che sembra quasi umano quando la estirpi. Tramite l’esilio la donna può discendere nella propria interiorità”. L’attività di Cucchi ha interessato, in più di 40 anni, diversi ambiti letterari, dalla poesia alla narrativa, dal giornalismo, alla traduzione, alla curatela di numerosi classici o poeti contemporanei.
Cucchi ha pubblicato di prosa per Mondadori “Il male è nelle cose”, romanzo entrato nella cinquina del Premio Strega 2005; “La traversata di Milano” (2007); “La maschera ritratto” (2010); per Guanda “L’indifferenza dell’assassino” (2012). Ha collaborato ad importanti riviste letterarie e a diversi periodici: “l’Unità”, “Panorama”, “il Giornale”, “La Voce”, «Corriere della Sera», “la Repubblica”, “Specchio della Stampa”; attualmente scrive per le pagine di «La Stampa», «Tuttolibri», «Il Giorno», «Avvenire», «Sette» (inserto del «Corriere della Sera») e «Origami» (inserto di «La Stampa»). Numerose le traduzioni, fra cui opere di Balzac, Flaubert, Lamartine, Villiers de L’Isle-Adam, Mallarmé, Prévert. Da segnalare, in particolare, la monumentale traduzione dei Romanzi e racconti (3 voll., “i Meridiani” Mondadori, 1996-2008) di Stendhal. Cucchi ha vinto prestigiosi premi, fra cui, per la poesia: Premio Carducci, Premio Viareggio, Premio Montale, Premio Bagutta, Castello di Villalta, Premio Gradiva; per la narrativa: Premio Mondello.
Annarita Franzese