In esito alla riunione dell’ATO Rifiuti tenutasi oggi presso il Comune di Avellino pubblichiamo la proposta programmatica del ciclo rifiuti presentata dall’UDC all’intero consiglio d’ambito e sulla quale il presidente Valentino TROPEANO si pronuncerà il 16 Marzo prossimo in occasione della II^ riunione del consiglio d’ambito.
LA GESTIONE DEI RIFIUTI NELLA PROVINCIA DI AVELLINO – PROBLEMATICHE E SOLUZIONI
Riferimento normativo REGIONALE
Obiettivi raggiungimento raccolta differenziata fissati dalla normativa:
– 75% dal 2016 per i Comuni della Provincia di AV (Legge Regionale n. 14 del 26 maggio 2016)
– 65% minimo entro il 2020 (direttiva europea)
La L.R., in particolare, affida ai Comuni l’organizzazione del servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, in forma associata attraverso gli ATO, attraverso l’adozione di: 1) misure per assicurare la tutela igienico-sanitaria nelle diverse fasi della gestione dei rifiuti urbani (regolamenti); 2) gestione differenziata per le diverse frazioni di rifiuti al fine di promuovere il recupero degli stessi e l’utilizzo, in particolare, della frazione organica (produzione di compost di elevata qualità o per la produzione di biogas/biometano); 3) misure per garantire una distinta ed adeguata gestione dei rifiuti urbani pericolosi e dei rifiuti da esumazione ed estumulazione (art.184, comma 2, lettera f) del decreto legislativo 152/2006); 4) misure di ottimizzazione di conferimento, raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio (raccolta differenziata spinta).
Ciascun ATO Rifiuti, in attuazione della pianificazione regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani, deve innanzitutto dotarsi del Piano d’Ambito territoriale, per lo svolgimento delle attività gestionali del ciclo integrato dei rifiuti.
Situazione attuale AMBITO PROVINCIALE AV
Da un esame dei quantitativi di rifiuti prodotti dai Comuni della Provincia di Avellino, comunicati all’OPR relativamente all’anno 2015, si evidenzia una situazione ancora molto lontana dagli obiettivi regionali (media del 60,82% RD).
Sommando ai dati relativi ai quantitativi di rifiuti prodotti, comunicati all’Osservatorio Provinciale Rifiuti (OPR Avellino), i dati stimati dall’Osservatorio Regionale Rifiuti (ORR Campania) per il Comune di Avellino, rilevanti per numero di abitanti, la percentuale media di raccolta differenziata sale al 62,64%.
Osserviamo, in particolare, che sul totale di 106 Comuni ben il 59% non ha raggiunto il 65% di RD, il 28% ha raggiunto tra il 65% e il 75% di RD, l’11% ha superato il 75% di RD e il 2% ha comunicato dati incompleti. (rif. Tab. OPR AV 2015_rettificati)
Nel 2015, in particolare, nell’ambito provinciale sono state prodotte 101.345,80 tonnellate di rifiuti di cui solo 57.879,04 tonnellate di rifiuti differenziati.
Sulla base dei dati stimati dall’ORR, pertanto, il Comune di Avellino incide sul totale della produzione di rifiuti per il 25% (circa) a fronte del numero di abitanti inferiore al 15% del totale della popolazione della Provincia.
E’ evidente quanto sia urgente l’intervento dell’ATO RIFIUTI AV affinché i circa 90 Comuni della provincia che ancora non hanno raggiunto il 75% della raccolta differenziata adottino le opportune azioni.
I Comuni, pertanto, devono utilizzare dei modelli di gestione dei rifiuti urbani con azioni mirate per ridurre, già entro questo anno, i quantitativi di rsu indifferenziati.
Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma nella nostra provincia ci sono realtà che dimostrano che è possibile.
Esempio: il Comune di Sperone che dal 69,35% di raccolta differenziata del 2015 ha raggiunto il 92,72% nel 2016, con un consistente aumento della quantità di frazione organica e carta/cartone, oltre l’aumento di rifiuti tessili e imballaggi in plastica.
Il raggiungimento degli obiettivi RD del Comune di Sperone, sinteticamente, è stato determinato da diversi parametri:
- scelta del modello di raccolta domiciliare (giornaliero – 6 giorni/settimana)
- rendimento della raccolta (riduzione del rifiuto indifferenziato dell’80% in 12 mesi)
- qualità della comunicazione ai cittadini (incontri informativi)
L’aumento considerevole della percentuale di raccolta differenziata, inoltre, si è tradotto nella riduzione del costo per lo smaltimento della frazione secca circa del 60%, reinvestito nel progetto triennale per la ottimizzazione che punta a ridurre drasticamente l’onere a carico dei cittadini dal 2019, senza dimenticare l’aumento dei proventi CONAI (+50%).
Attualmente, però, non viene fatta alcuna distinzione tra i Comuni che superano il 75% di raccolta differenziata e tutti gli altri Comuni della Provincia. Quando si varca la soglia dello STIR di Pianodardine, infatti, la tariffa applicata per lo smaltimento è la stessa. Come la L.R. prevede una maggiorazione del costo per lo smaltimento da porre a carico dei Comuni della Provincia che non raggiunge l’obiettivo prefissato, allo stesso modo dovrebbero essere applicate tariffe maggiorate a carico di quei Comuni che, nella nostra realtà, penalizzano i “Comuni virtuosi”.
Il primo passo che le amministrazioni locali devono porre in essere per raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata, naturalmente, è adottare un modello di raccolta differenziata ispirato ai principi di efficacia, efficienza ed economicità, sia che si avvalga di operatori privati che pubblici o misti.
La scelta del modello di raccolta influenza notevolmente i valori di raccolta differenziata perseguibili: esperienze nazionali e studi in materia dimostrano che
attualmente il sistema domiciliare consente di ottenere % RD in assoluto più elevate.
Il rendimento della raccolta è funzione del modello di raccolta e del grado di recepimento delle modalità esecutive di conferimento da parte delle utenze e rappresenta l’efficienza del sistema: la quantità di una determinata frazione di rifiuto intercettata rapportata a quella prodotta definita da un’attenta analisi merceologica.
Un modello di raccolta differenziata utile allo scopo, quindi, deve:
– Prevedere ed incentivare la raccolta differenziata della frazione organica
– Attuare la raccolta differenziata di tipo domiciliare
– Limitare la possibilità del libero conferimento dei rifiuti
– Adottare un sistema di controllo dei rifiuti conferiti
– Informare in modo mirato le diverse tipologie di utenze circa i comportamenti per fare correttamente la raccolta differenziata.
Pretendere dalle amministrazioni locali che adottino modelli di raccolta in grado di raggiungere gli obiettivi regionali, però, non deve tramutarsi in un aggravio dei costi del servizio che gli utenti tutti devo sopportare.
Il problema della gestione dei rifiuti nell’ambito provinciale non è costituito solo dalla raccolta.
Quando i Comuni fanno bene la raccolta dei rifiuti e raggiungono percentuali di differenziazione superiori al 90%, soprattutto perché vengono intercettati i rifiuti biodegradabili, essi devono fare i conti con l’aumento dei costi per il conferimento degli stessi a siti di trasferenza invece che ad impianti di recupero.
Osservazioni sulla Raccolta Differenziata e il contesto impiantistico d’Ambito della Provincia di Avellino.
La Provincia di Avellino non raggiunge l’obiettivo regionale del 75% di raccolta differenziata perché è penalizzato dal 90% dei Comuni irpini, con notevole responsabilità del capoluogo Avellino.
Invertire la tendenza sarà possibile se le scelte vincenti dell’11% delle Amministrazione Comunali provinciali si tramuteranno in un modello di ottimizzazione della raccolta differenziata tendente alla riduzione dei rifiuti complessivamente prodotti e alla drastica riduzione dell’incidenza del costo per lo smaltimento della frazione indifferenziata sul totale del costo del servizio a carico dei cittadini, senza trascurare l’impatto positivo sull’ambiente.
L’ATO Rifiuti deve supportare i Comuni affinché migliorino la raccolta differenziata, fino ad ottimizzarla, in un contesto impiantistico idoneo che accolga i rifiuti differenziati per trasformarli in risorse da reimmettere nel tessuto produttivo.
Migliorare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani nell’Ambito della Provincia di Avellino è un obiettivo raggiungibile che necessita, prima di tutto, di investimenti negli impianti, del potenziamento delle strutture presenti per costruire una gestione modera ed efficiente del ciclo dei rifiuti.
Impianti
La Provincia di Avellino, che fino ad oggi ha operato nella gestione del ciclo dei rifiuti attraverso la società IRPINIAMBIENTE, presenta un situazione impiantistica inadeguata.
Attualmente, sul territorio provinciale sono presenti i seguenti impianti (IRPINIAMBIENTE):
– 1 STIR (Pianodardine – Avellino)
– 1 Impianto di selezione e valorizzazione della frazione secca (Montella)
– 1 Stazione di trasferenza e compattazione (Flumeri)
– 1 Impianto di compostaggio (Teora)
– 1 Discarica (Pustarza – Savignano Irpino)
– 2 Sedi operative (Quindici e Monteforte Irpino)
– 2 Centri RAEE (Avellino e Montefredane)
La Regione Campania, al fine di ampliare la rete di impianti esistente, ha individuato ben 25 siti dove realizzare impianti di compostaggio per il trattamento delle crescenti quantità di rifiuti biodegradabili, tra cui 2 (biodigestori anaerobici) nella provincia di Avellino (Chianche e Conza della Campania) per i quali occorrono maggiori approfondimenti circa l’utilità e l’opportunità della realizzazione.
Compostaggio
Una raccolta differenziata spinta può portare l’aumento dei rifiuti biodegradabili del 70% con la conseguente necessità di aumentare la capienza del sito di compostaggio di Teora ed, eventualmente, la realizzazione di ulteriori impianti di compostaggio e stabilizzazione dell’umido tarati per piccole realtà (5.000/10.000 abitanti), come gli impianti di compostaggio di comunità per il trattamento della frazione organica di cui al decreto dirigenziale regionale n.71/2017.
Recupero Imballaggi (plastica, vetro, metalli, carta e cartone, RAEE)
L’economia del recupero è un’economia prettamente locale. Le strutture per valorizzare i materiali hanno un ruolo centrale per costruire un ciclo integrato dei rifiuti moderno ed evoluto, e sono parte importante delle strategie dell’ATO Rifiuti di Avellino. Altrettanto fondamentale il potenziamento di una rete di impianti per la valorizzazione ed il recupero dei materiali (plastica, vetro, metalli, RAEE).
La notevole quantità di carta e cartone che si riesce ad intercettare con una raccolta differenziata spinta deve costituire una risorsa per l’industria del recupero, senza escludere la riconversione di impianti esistenti (es. area solofrana).
STIR
Conseguentemente, le ridotte quantità di rifiuti secchi residuali dalla raccolta differenziata spinta (circa il 5% del totale dei rifiuti prodotti sul territorio) necessiteranno di un nuovo dimensionamento dell’impianto industriale per la separazione secco-umido, sia in termini di capacità che di risorse umane (STIR) che potrebbero essere reimpiegate nelle nuove realtà economico-industriali.
Impiantistica e sotto-ambiti
L’individuazione nell’ATO Rifiuti di Avellino di ulteriori sotto-ambiti, inoltre, consentirebbe di elaborare dei Piani d’Ambito meglio dimensionati rispetto alle realtà locali, raggruppate sulla base della dislocazione territoriale e delle infrastrutture realizzate e/o realizzabili, utili sia per definire i modelli gestionali che per individuare siti industriali ancora utilizzabili, a partire, tassativamente, dalle aree industriali già dotate di infrastrutture.
Alla luce dello stato di attuazione del ciclo dei rifiuti nella Provincia di Avellino, il sostegno dell’UDC e delle altre forze politiche a Valentino Tropeano, candidato alla carica di Presidente dell’ATO Rifiuti, viene vincolato all’adozione di modelli di gestione e di ottimizzazione che consentano il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla Regione per questa Provincia, senza ulteriori ritardi, sostenendo i Comuni e adeguando l’impiantistica necessaria, così come sopra esposti.