L’invasione su larga scala da parte della Russia, dunque, potrebbe partire «entro 48 ore» e l’Ucraina si prepara mobilitando i riservisti. Di fronte alla nuova allerta dell’intelligence americana, secondo cui l’80% delle truppe di Mosca alle porte dell’Ucraina – tra 170 e 190 mila soldati stimati, alcuni ad appena cinque chilometri dal confine, e un arsenale che va dai missili balistici e da crociera all’artiglieria – è pronto all’azione, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto per richiamare in servizio con urgenza i militari in congedo tra i 18 e i 60 anni, un potenziale di circa 200mila unità. Una sfida a Vladimir Putin accompagnata dalla preparazione di uno stato d’emergenza per 30 giorni. «È arrivato il momento di reagire, di reagire con forza», perché «il destino dell’Europa si decide sul campo in Ucraina», ha scandito il leader di Kiev, rilanciando le ambizioni di adesione all’Ue e alla Nato. Un punto su cui il Cremlino non arretra, definendo gli interessi e la sicurezza della Russia «non negoziabili», pur dicendosi ancora «aperto al dialogo» e disposto a discutere «soluzioni diplomatiche» alla crisi.