Il 27 gennaio del 1945 l’esercito sovietico giunse al campo di sterminio nazista di Aushwitz , in Polonia, e ne abbatté i cancelli. Dal 2000 una legge italiana riconosce il 27 gennaio come Giorno della Memoria e prevede che vengano organizzate iniziative per ricordare la deportazione degli ebrei e degli altri prigionieri nei lager tedeschi.
Nel 2005, il Giorno della Memoria è stato istituito anche a livello internazionale con una risoluzione dell’Assemblea generale dell’Organizzazione Nazioni Unite.
Nel 2008, il Parlamento europeo di Strasburgo ha votato la risoluzione, con cui ha invitato i Paesi dell’Unione europea a celebrare il 23 agosto, data del patto di non-aggressione, sottoscritto nel 1939 dalla Germania nazista e dalla Russia sovietizzata, che contemplava la spartizione territoriale di Romania, Polonia, Lituania, Estonia e Finlandia nelle rispettive orbite di dominazione sociale e politica. E’ la risoluzione che ha istituito nel 2019, la Giornata di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari. Un atto che si colloca nello scenario degli anni a cavallo della fine del XX e agli inizi del XXI secolo, che segnano la graduale dissoluzione del sistema dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche, con il simbolico crollo del Muro di Berlino, nel 1989.
Nel documento istitutivo, si legge. “Le deportazioni di massa, omicidi e schiavitù commessi nel contesto degli atti di aggressione da parte dello stalinismo e del nazismo rientrano nella categoria dei crimini di guerra e dei crimini contro l’ umanità. Secondo il diritto internazionale le limitazioni statutarie non si applicano ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità”.
In Israele, si celebra il Giorno della Shoah e dell’Eroismo, che ricorda l’insurrezione del ghetto di Varsavia e tutte le altre rivolte degli ebrei contro i nazisti. E’ data fissa- 27 gennaio, nel calendario ebraico-, ma variabile tra aprile e maggio, nel calendario gregoriano.