La Spezia – Li teneva rinchiusi in una sorta di piccolo magazzino. Venivano picchiati. E – talvolta – inzuppati, a secchiate d’acqua. Triste destino, quello di alcuni gatti, detenuti in condizioni inaccettabili presso una struttura religiosa del territorio spezzino. Quando la vicenda è venuta alla luce, c’è stata una segnalazione, e i gatti sono stati portati via, e affidati a volontari, in attesa di una adozione definitiva.
Il caso ha destato non poco sconcerto. A tenere chiuse le bestiole, era una suora, che evidentemente non apprezzava la loro presenza. Una delle gattine meno giovani, zoppica vistosamente, per i colpi subiti. Un’altra, ha segni di abrasione, che dimostrano le percosse. Fra i gatti portati al sicuro, ci sono anche due cuccioli, che – raccontano i volontari che li hanno presi in stallo – sono ancora adesso terrorizzati. Non tutti amano gli animali, ma le “attenzioni” riservate in questo caso alla famigliola di gatti profilano un reato di maltrattamento, peraltro ben poco comprensibile.
I gatti sono spiriti liberi, amano muoversi. Forse davano disturbo, e la religiosa ha pensato che rinchiuderli fosse la soluzione. Non si spiegano però i maltrattamenti, i colpi, e le secchiate d’acqua: contenente, secondo quanto è emerso, anche detersivi. Forse i gatti hanno tentati di riconquistare la libertà, e sono stati puniti. Certo è che hanno sofferto, e questo non è davvero un esempio di sensibilità. Già c’erano stati episodi, sul territorio, di scarsa affinità fra gatti e luoghi di culto.
I volontari si erano mobilitati tempo fa per aiutare un gatto che era stato “sfrattato” da un monastero, in cui era considerato elemento di disturbo. In quel caso, non c’erano stati maltrattamenti fisici, ma solo la determinazione di non lasciarlo più avvicinare: era stato difficile, convincere il felino a rinunciare a quella che era sempre stata la sua casa, prima di quella presa di posizione.