Il tissue factor, già studiato per il suo possibile ruolo nei meccanismi biologici dell’infarto e della crescita e diffusione dei tumori, entra ora nel campo delle patologie neurologiche
Una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con altri quattro centri di ricerca italiani, mostra per la prima volta una associazione tra elevati livelli di tissue factor (fattore tissutale in Italiano) circolante nel sangue e rischio di ictus cerebrale ischemico. Il lavoro scientifico, pubblicato sulla rivista Stroke, è stato realizzato analizzando i dati italiani dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).
Il tissue factor è uno dei componenti principali della coagulazione sanguigna. Lo si trova, in particolare, nella parete dei vasi, ma non nell’endotelio sano, la parte più a diretto contatto con il sangue. Solamente quando un vaso viene lesionato il sangue entra in contatto con cellule che esprimono sulla loro membrana questo fattore. E proprio in occasione del contatto, il tissue factor è capace di far scattare la cosiddetta cascata della coagulazione. In condizioni normali, è il classico meccanismo che permette di arrestare l’emorragia da una ferita. Ma questo meccanismo entra in gioco anche in condizioni patologiche, ad esempio il fattore tissutale si attiva quando una placca aterosclerotica si rompe. Inoltre, il tissue factor può anche circolare libero nel sangue,rilasciato da cellule ematiche (piastrine, globuli bianchi) in risposta a stimoli infiammatori. Infine, una coagulazione alterata, della quale il fattore tissutale è protagonista, può portare alla formazione di coaguli capaci di bloccare un vaso sanguigno (trombi, emboli).
La ricerca portata avanti dal Neuromed, in collaborazione con quattro centri italiani partecipanti a EPIC (Napoli, Ragusa, Torino e Varese), ha focalizzato l’attenzione sull’ictus cerebrale ischemico, una patologia causata dalla chiusura di un vaso sanguigno cerebrale da parte di un trombo o di un embolo. “Abbiamo trovato – dice Licia Iacoviello, capo del Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Nutrizionale – che le persone con un più alto livello di tissue factor circolante nel sangue erano più a rischio di essere colpite da ictus cerebrale. Questo apre la strada alla possibilità di usare il fattore tissutale come un marcatore del rischio di quella patologia. Naturalmente saranno necessarie ulteriori conferme, e siamo già al lavoro per ottenere questi risultati, stavolta utilizzando i dati raccolti dal nostro gruppo nell’ambito del Progetto Moli-sani”.
“Il tissue factor – commenta Maria Benedetta Donati, Capo del Laboratorio di Medicina Traslazionale, – è stato per lungo tempo oggetto delle nostre ricerche.. Abbiamo studiato le cellule che lo producono e i meccanismi attraverso i quali viene rilasciato nel sangue e nei tessuti. Si tratta di un fattore molto importante, non solo per i fenomeni della coagulazione sanguigna, normale o patologica, ma anche perché riveste un ruolo in diversi altri fenomeni biologici del nostro organismo, fino ad arrivare ai meccanismi di crescita e di diffusione dei tumori”.