di Lucio Ianniciello
Questa mattina una notizia che ha scosso la gente d’Irpinia. Paolo Pagliuca non ce l’ha fatta al ritorno del “bastardo”. Dopo averlo sconfitto in un primo momento, con tanto di libro “Paolo 1 – Linfoma 0”, la situazione era peggiorata fino a quello che non avremmo mai voluto sentire. Un amore smisurato per l’Avellino calcio, per l’Irpinia sportiva. Nel team di Taccone, che era nato dalle ceneri del fallimento, aveva ricoperto diversi ruoli, anche quello di vice allenatore con Bucaro. Ultimamente c’era stato un allontanamento dallo staff tecnico, tant’è. Il suo attaccamento ai colori biancoverdi era spasmodico. Persona positiva, serena, che ispirava fiducia. Ha operato anche nell’ambito delle giovanili della Scandone. Il professore Pagliuca con il suo sorriso trasmetteva sicurezza. La voglia di vivere, la sensibilità a determinate situazioni, il non mollare mai, la lotta come stella polare, come solo i veri lupi sanno fare. Un uomo con la u maiuscola se ne va, lascia un grande vuoto.