di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
Nel corso del 2023, il settore agroalimentare italiano ha registrato significativi progressi, evidenziati da una dinamica positiva nelle esportazioni che ha portato a una riduzione del 12% del deficit della bilancia commerciale. Secondo i dati forniti da Ismea mercati, le esportazioni agroalimentari hanno raggiunto un nuovo record, totalizzando 64 miliardi di euro, con un aumento del 5,7% rispetto al 2022.
Le vendite, principalmente concentrate nel comparto delle bevande e degli alimenti trasformati, hanno rappresentato la maggior parte del fatturato, contribuendo al miglioramento complessivo del saldo commerciale. Tuttavia, nonostante la crescita delle esportazioni, le importazioni agroalimentari sono anch’esse aumentate, superando i 65 miliardi di euro con un incremento del 5,4% su base annua.
L’importanza dell’agroalimentare italiano come trasformatore nel settore è emersa chiaramente, con il Paese che continua a garantire materie prime di alta qualità all’industria nazionale e ad affermarsi come un importante esportatore. Le categorie più esportate includono vini, spumanti, pasta, prodotti della pasticceria e panetteria, evidenziando l’eccezionale appeal dei prodotti italiani sul mercato internazionale.
Tuttavia, nonostante i successi, alcuni mercati cruciali come Giappone, Canada e Repubblica Ceca hanno registrato una flessione, indicando la necessità di strategie mirate per rafforzare la presenza italiana in queste aree.
Inoltre, i dati evidenziano il ruolo predominante di Germania, Francia e Stati Uniti come principali partner commerciali, ma anche l’emergere di nuovi mercati come Polonia, Romania, Croazia e Austria, che hanno registrato significative crescite nelle importazioni di prodotti agroalimentari italiani.
I risultati del 2023 confermano il costante impegno e l’eccellenza del settore agroalimentare italiano nel contesto internazionale, evidenziando al contempo la necessità di continuare a puntare sull’innovazione e sulla diversificazione dei mercati per mantenere e accrescere la competitività nel panorama globale.