di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO e GRANDI IMPRESE INTERNATIONAL
Il settore agroalimentare italiano rappresenta una colonna portante dell’economia del Paese, con un fatturato che raggiunge i 586,9 miliardi di euro, registrando un significativo incremento dell’8,4% rispetto al 2021. Questi dati emergono dal forum “La roadmap del futuro per il food & beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni”, organizzato da The European House – Ambrosetti. Il think tank sottolinea come la filiera estesa, comprendente agricoltura, alimentare, distribuzione e intermediazione, generi un valore aggiunto di 335 miliardi di euro, pari al 19% del PIL nazionale, in crescita del 29% rispetto al 2015.
L’agroalimentare si conferma il primo settore manifatturiero italiano per valore aggiunto generato, con oltre 66 miliardi di euro. Questo valore è il risultato dei 37 miliardi provenienti dall’agricoltura e dei 29 miliardi dal settore alimentare e delle bevande, rappresentando complessivamente il 3,8% del PIL. Gli esperti ricercatori attribuiscono questa crescita alla qualità della produzione agroalimentare Made in Italy. Con 890 prodotti certificati, di cui 326 dal settore alimentare (per un valore di 8,9 miliardi di euro) e 564 dal settore vinicolo (per oltre 11 miliardi di euro), l’Italia è leader nell’Unione Europea per prodotti certificati.
Il fiore all’occhiello del settore è senza dubbio l’export. Nel 2023, le esportazioni di prodotti agricoli e trasformati hanno raggiunto il valore record di 62,2 miliardi di euro, con una crescita annua del 6,4% dal 2010 e del 69% rispetto al 2015. Il settore cibo e bevande contribuisce per 53,4 miliardi di euro, mentre il comparto agricolo apporta 8,8 miliardi. Si evidenzia che l’agroalimentare incide per quasi il 10% sul totale delle esportazioni italiane nel 2023, rispetto all’8,2% del 2010.
Il vino è il prodotto agroalimentare italiano più venduto all’estero, con un giro d’affari di 7,8 miliardi di euro e una quota del 12,5% sul totale export. Seguono i prodotti a base di farine, tra cui la pasta, con un fatturato di 6,9 miliardi di euro, e i prodotti lattiero-caseari con 6 miliardi. Ottime anche le performance di frutta e vegetali trasformati, che raggiungono i 5,7 miliardi di euro.
L’Italia domina il mercato mondiale con una quota del 45% per la pasta, del 42% per amari e distillati, del 27% per la passata di pomodoro, del 23% per le castagne e del 20% per le verdure lavorate. Inoltre, il Paese è al secondo posto per la produzione di vino (20%), farina di riso (20%), nocciole (15%), mele (13%) e kiwi (12%).
Questi dati confermano la centralità del settore agroalimentare italiano nell’economia nazionale e internazionale. La qualità dei prodotti e la capacità di export ne fanno un modello di eccellenza, fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese.