L’Appello ai sindaci aderenti al Consorzio ASI di Avellino da parte dei lavoratori di Asidep

LAppello ai sindaci aderenti al Consorzio ASI di Avellino da parte dei lavoratori di Asidep

Ai sindaci di: Ariano Irpino, Atripalda, Calabritto, Calitri, Capriglia Irpina, Cervinara, Contrada, Altavilla Irpinia, Conza della Campania, Flumeri, Frigento, Grottolella, Lacedonia, Lioni, Luogosano, Manocalzati, Mercogliano, Montefalcione, Montefredane, Morra de Sanctis, Nusco, Pietradefusi, Prata Principato Ultra, San Mango sul Calore, Sant’Angelo dei Lombardi, Serino, Solofra, Venticano, Amministrazione Provinciale Avellino. 

LAppello ai sindaci aderenti al Consorzio ASI di Avellino da parte dei lavoratori di AsidepÈ una vicenda oltremodo vergognosa e piena di trabocchetti quella che negli ultimi tempi stanno vivendo i 55 lavoratori di ASIDEP srl la partecipata ASI al 100%, braccio operativo dell’associazione per lo sviluppo industriale di Avellino che si occupa della distribuzione idrica e della depurazione dei reflui industriali delle aree industriali del cratere e del nucleo di Pianodardine. Una storia che parte da lontano e che ogni giorno diventa sempre più drammatica e “paradossale”.

Asidep, voluta dalla gestione ASI di Vincenzo Sirignano, attivata in seguito al concordato dell’oramai fallita CGS e che, con l’erogazione di oltre 5 milioni di euro dalla Regione Campania, doveva assicurare e garantire sia la depurazione industriale sia il trattamento di percolato di discarica per conto terzi.

Negli anni sono stati finanziati anche la costruzione di due impianti di trattamento terziario che dovevano servire a produrre acque ad uso industriale nel segno del risparmio della preziosa acqua potabile. Il primo quello di Pianodardine partito e dopo pochi anni dismesso, il secondo quello di Lioni mai avviato.

E che dire della gestione dei depuratori comunali che, per diversi anni hanno garantito ad oltre 25 Comuni il servizio di depurazione e al CGS entrate finanziarie di notevole entità.

L’idea, partita proprio dalle maestranze della società era quella di convogliare, laddove ci fosse stata la possibilità, i reflui civili nei depuratori industriali e in alcuni casi vedi  Comune di San Mango, Morra e Calitri allacciamenti già realizzati.

4 Laboratori di analisi chimiche a servizio degli impianti e del conto terzi, un laboratorio di battereologia per il controllo della qualità delle acque potabili distribuite alle aziende, un servizio di controllo efficiente e di qualità.

Tra l’altro ,tra  i vari servizi del CGS  c’era anche lo sfalcio erba e la manutenzione stradale di tutte le aree industriali ricadenti nella gestione dell’ASI di Avellino, servizio affidato, sempre a seguito del concordato CGS, ad un’altra partecipata, Hirpinia Multiservice, che oggi svolge il servizio con l’utilizzo di lavoratori stagionali o interinali dimenticando che negli accordi sindacali del 2019 doveva convogliare nel suo organico tutti i lavoratori CGS che si occupavano degli stessi servizi.

Ma perché il CGS è fallito?

Chiunque avrebbe intuito che, se i servizi erogati all’ASI erano stati valutati tecnicamente circa 240.000 mila euro mensili portarli con un colpo di mano a 130 mila /mese, la società sarebbe andata in sofferenza. Difatti da quel momento il CGS ha cominciato ad avere una perdita mensile di € 100.000. si è cercato di tamponare la falla con l’adduzione di percolato di discarica che per essere depurato risulta economicamente molto oneroso senza contare sull’usura delle apparecchiature a servizio degli impianti e così la società in 10 anni si è ritrovata indebitata e con impianti fatiscenti. Quella che doveva essere la “gallina dalle uova d’oro” si è rivelata una gallina sterile e malata.

Certamente nella vicenda ci sono dei colpevoli, innanzitutto le varie dirigenze molto politiche e poco tecniche, nominati negli anni fior fiore di consulenti, avvocati e esperti che invece di risolvere hanno portato alla bancarotta l’azienda. In tutto questo l’ASI che doveva assolvere al suo vero compito e cioè “il controllo” si è rilevata complice della mala gestione.

Ma perché l’ASIDEP è sull’orlo del fallimento? Creata per salvare la baracca si è dimostrata un’altra macchina per accumulare debiti. Difatti nel passaggio di azienda con le deroghe all’art. 2112 i dipendenti, dopo aver già donato 11 anni di contratti di solidarietà al 40%, si sono visti passare per “la Lavatrice” perdendo ulteriormente potere economico e contrattuale sui piccoli miglioramenti ottenuti in 35 anni di lavoro. Un passaggio e un affidamento all’ASIDEP con una convenzione di € 72.000 mensili che però dovevano essere

girati alla curatela fallimentare del CGS per cui i proventi per il pagamento delle spettanze e dell’acquisto materie prime e servizi doveva essere ricavato solo dal trattamento reflui conto terzi. Inizia così un nuovo capitolo di indebitamento.

Finalmente arriva la panacea del finanziamento regionale per l’adeguamento impianti, 5 milioni di euro per sistemare 8 impianti industriali ( a Salerno per un solo depuratore la Regione Campania ne ha erogato 16 di milioni). Ma come si poteva pensare di rinnovare con poche risorse e con gli impianti soffocati da fanghi che dovevano essere smaltiti   per dare spazio a nuovi conferimenti?  Qui andrebbe aperto un capitolo a parte per chiedere a tecnici e progettisti se   erano consapevoli di tutto ciò.

Risultato: quasi tre anni di inattività degli impianti, mancato pagamento all’ASIDEP del ristoro per il fermo degli impianti e man mano dismissione di laboratori, impianti e quant’altro.

In tutto questo, i lavoratori si erano offerti anche  di  rinunciare ad uno stipendio utilizzando quei soldi per sistemare almeno un  impianto per poter iniziare a trattare dei reflui provenienti dall’esterno e incrementare anche se di poco le entrate dell’Asidep in modo da avere la possibilità di ricevere lo stipendio. Offerta non accettata dall’ASI. Per non dire che alcuni servizi come le analisi di laboratorio sono stati esternalizzati.

Adesso l’ASI si appresta a pubblicare un bando di gara europeo per l’affidamento a privati del servizio ma con una convenzione di 13omila euro oltre al pagamento delle bollette dell’energia elettrica. (allora c’è da pensare che i fallimenti e gli indebitamenti di CGS e Asidep sono stati voluti?)

Attualmente la situazione si è notevolmente aggravata, i lavoratori che pur devono garantire il servizio pubblico essenziale non ricevono lo   stipendio da oltre tre mesi, mancano reagenti e mezzi per poter effettuare manutenzione e controlli su impianti e reti idriche per non dire nessuna norma di sicurezza a tutela della salute dei lavoratori. Indurre i lavoratori all’impoverimento è punibile dall’art.600 del codice penale (questo è quello che sta succedendo a noi).

CARI SINDACI SIETE CONSAPEVOLI DI QUELLO CHE STA ACCADENDO NEI VOSTRI COMUNI? SE   DANNI ERARIALI  CI SONO STATI E’ DOVERE DI OGNI AMMINISTRATORE DENUNCIARE  I FATTI ALLA CORTE DEI CONTI E DEI DIPENDENTI, VOSTRI CONTERRANEI, CHE VIVONO QUESTA DRAMMATICA SITUAZIONE VOLETE INTERESSARVI FATTIVAMENTE?

SPERANDO CHE QUESTO NOSTRO APPELLO   POSSA   SUSCITARE IN VOI   INDIGNAZIONE    PER TUTTO CIO’ CHE STA SUCCEDENDO   E SOLIDARIETA’ PER I LAVORATORI CHE DA ANNI HANNO PROFUSO TRA MILLE SACRIFICI L’IMPEGNO PER LA SALVAGUARDIA E LA TUTELA DI AMBIENTE E TERRITORIO!

I LAVORATORI DI ASIDEP